Vendite in sofferenza, l’allarme di Federdistribuzione

Secondo l’associazione è necessario un piano di incentivi per rilanciare e sostenere i consumi. Anche utilizzando il Recovery Plan
Vendite in sofferenza, l’allarme di Federdistribuzione

I dati relativi alle vendite di dicembre diffusi oggi dall’Istat chiudono il consuntivo 2020 certificando una forte flessione per il commercio al dettaglio. Complessivamente, si registra un calo tendenziale del –5,4%, che per le vendite non alimentari raggiunge un picco negativo del –12,2%.

Dopo un 2020 di evidente sofferenza, la distribuzione non alimentare subisce importanti perdite di fatturato anche nelle prime settimane del 2021” – afferma Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione. “Oltre a una partenza sottotono dei saldi, continuano a incidere negativamente le chiusure dei centri commerciali nei fine settimana. A farne le spese sono soprattutto le grandi superfici, con gli ipermercati che registrano una flessione annua del -2,7% mentre il commercio elettronico prosegue la sua corsa, chiudendo l’anno con un incremento del +34,6%”.

LE VENDITE NEL SETTORE ALIMENTARE

Per quanto riguarda le vendite alimentari si registra a gennaio un incremento tendenziale del +6,8%. Si tratta tuttavia di “un dato ancora influenzato dalle restrizioni che coinvolgono il comparto della ristorazione e che hanno dirottato parte dei consumi del fuori casa ai punti vendita della distribuzione alimentare” – afferma Buttarelli. “Un fattore quest’ultimo che influisce negativamente sui cash&carry, con un calo dei fatturati che continua ad oscillare tra il -30% e il -40%. La crisi dei consumi che stiamo attraversando si preannuncia ancora lunga: nell’ambito dei lavori che definiranno i progetti italiani per il Recovery Plan occorre individuare un piano di incentivi capace di riattivare la fiducia dei cittadini e dare la spinta necessaria alla domanda interna”.

Di segno analogo l’analisi di Marco Pedroni, presidente di Ancc-Coop e di Coop Italia, che sottolinea come “abbiano retto solo le vendite alimentari, che si sono concentrate soprattutto sui discount e a seguire nei negozi di prossimità mentre i formati più grandi, e soprattutto gli ipermercati, hanno duramente pagato il prezzo delle limitazioni agli spostamenti urbani imposti dalla pandemia. Ci attende ora un 2021 difficile. L’Ufficio studi Coop stima che nel 2021 le vendite della rete fisica della grande distribuzione possano accusare una flessione del 2,6% (-1,6% se si considera anche l’e-commerce). Le nostre indagini e il confronto quotidiano con milioni di persone ci dicono però che dopo la resilienza gli italiani sono pronti a voltare pagina con uno spirito di speranza e voglia di cambiamento. È dunque questa – suggerisce Pedroni l’occasione che dovrà cogliere il prossimo governo. Stimolare e orientare gli italiani verso i consumi sostenibili e adottare una politica per il settore retail che accompagni la sua evoluzione strutturale, agevolando gli investimenti e la riconversione dei formati più maturi”.

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