Oleoturismo, la via per valorizzare il lavoro degli agricoltori

L’obiettivo del decreto dedicato è attivare politiche commerciali non più rivolte solo alla vendita allo scaffale, ma dirette al consumatore e a ottenere ricadute sul fronte del turismo
Oleoturismo, la via per valorizzare il lavoro degli agricoltori

L’oleoturismo darà nuove opportunità al comparto olivicolo-oleario nazionale, attraverso un’offerta enogastronomica ed esperienziale più professionale”. Ad affermarlo è il deputato Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, a seguito dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sul decreto relativo alle attività basate sull’oleoturismo.

Sin dalla Legge di Bilancio 2018 – sottolinea Gallinellaabbiamo contribuito alla stesura del decreto con un costante confronto con gli operatori. In Italia abbiamo una realtà capillare ma frammentata che, a volte, non riesce a garantire un adeguato reddito. Produciamo appena la metà dell’olio che consumiamo, con rilevanti esportazioni, piccoli appezzamenti e numerosi frantoi sparsi per il territorio. Se iniziamo a ragionare con politiche commerciali non più rivolte alla vendita allo scaffale ma dirette al consumatore, portandolo nella storia, nel gusto e nell’enorme biodiversità dei nostri oli potremo garantire un reddito dignitoso anche a chi magari ha appena un ettaro. È questa la grande sfida che ci attende, per valorizzare il lavoro dell’agricoltore custode del proprio territorio”.

Ora le Regioni sono chiamate ad attivarsi “per allineare le proprie normative locali alle linee guida del decreto affinché vi sia un minimo comune denominatore in tutta Italia, riconoscibile attraverso il logo distintivo” – ricorda il presidente della Commissione Agricoltura. La norma attuativa sull’oleoturismo “può servire da slancio a un settore da tempo in sofferenza. Unita a nuove strategie di vendita e alle risorse del PNRR per l’innovazione dei frantoi, potremo portare valore aggiunto distribuito sul tutto il territorio italiano vocato all’olivicoltura. Solo valorizzando i nostri prodotti d’eccellenza, infatti, potremo dare opportunità commerciali all’agroalimentare made in Italy” – conclude Gallinella.

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