Sostenibilità, arriva la “pasta programmabile”

Si chiama flat-pack pasta la tecnica messa a punto dagli scienziati della Carnegie-Mellon University per confezionare il cibo ottimizzandone lo stoccaggio
Sostenibilità, arriva la “pasta programmabile”

In un tweet del World Economic Forum (Wef) è stata annunciata l’introduzione della cosiddetta “pasta programmabile”. A darne notizia è Live Sicilia, che parla di una tecnica messa a punto dagli “scienziati della Carnegie-Mellon University che hanno creato un nuovo tipo di pasta”. Si chiama anche flat-pack pasta, ed è un modo di confezionare il cibo, ma anche altri tipi di merce, per ottimizzarne lo stoccaggio. Ad esempio, flat-pack sono gli imballaggi dei mobili dell’Ikea.

Questo nuovo tipo di pasta è confezionato in modalità “piatta” dentro scatole dall’ingombro minimo e “quando viene cotta, si trasforma e prende forma 3d. Hanno stampato la pasta con una serie di scanalature su un lato. Durante la cottura, la pasta assorbe meno acqua dal lato stampato, quindi si gonfia asimmetricamente in una forma predeterminata” – riferisce il Wef.

SOSTENIBILITÀ DEL COMMERCIO PER SALVARE L’AMBIENTE

Lo scopo è ottimizzare il trasporto e il packaging per inquinare meno. Nel tweet Wef, si legge ancora che “la pasta tradizionale è altamente inefficiente da trasportare; anche se il tubo dei maccheroni è perfettamente impilato, il 67% del pacchetto sarà ancora aria. Questa pasta “programmabile” ha implicazioni pratiche. Più pasta per confezione significa meno rifiuti da packaging”.

Attualmente si producono nel mondo 380 milioni di tonnellate di plastica l’anno. Circa il 40% è composto da confezioni monouso, e la plastica impiega 500 anni per decomporsi. Ogni anno 8 milioni di tonnellate finiscono nell’oceano, dove uccidono un milione di uccelli e 100 mila animali marini.

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