Creare valore nel tempo: la sfida del Consorzio Prosecco Doc

La valorizzazione della Denominazione come baricentro degli interventi dell’Assemblea annuale dei soci
Creare valore nel tempo: la sfida del Consorzio Prosecco Doc

Consenso unanime per i punti all’ordine del giorno dell’Assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Prosecco Doc, tenutasi lunedì 9 maggio nella spazi della Fiera di Santa Lucia. Un risultato che ha stupito anche Stefano Zanette, Presidente del Consorzio, che ha commentato: “Penso che sia, al di là della portata delle proposte avanzate, un attestato di fiducia verso l’operato del Consorzio che, in questi anni, non si è mai sottratto allo studio e al confronto, per delineare una strategia capace di assicurare un futuro alla Denominazione e individuare soluzioni coerenti con le attese del nostro sistema produttivo”.

Il tema della valorizzazione è stato senza dubbio il cardine degli interventi. Il Consorzio si è ripromesso di lavorare su due fronti: dare valore alla Denominazione e proporre attività che possano mantenerlo nel tempo.

IL RUOLO CENTRALE DELLA RICERCA

Accanto ai numeri relativi alle attività promozionali (che hanno registrato investimenti per 9,5 milioni di euro) e alle attività di tutela e vigilanza (con 700mila euro dedicati a contrastare frodi e fenomeni lesivi della Doc), si trovano quelli dedicati alla ricerca, con ben 800mila euro destinati a tale area (un aumento del 115% rispetto l’anno precedente).Il Consorzio ha infatti l’obiettivo diraggiungere la certificazione di ‘Denominazione Sostenibile’, attestato che dichiara la sostenibilità del sistema produttivo del Prosecco Doc dal punto di vista sociale, economico e ambientale.

Il messaggio più importante che è emerso dall’Assemblea – ha spiegato Zanette – è che il nostro sistema produttivo ha ben compreso la necessità di conciliare l’incremento delle vendite, con il miglioramento del percepito delle produzioni e, soprattutto, garantendo la sostenibilità ambientale ed etico-sociale delle stesse, evitando, in questo modo, la banalizzazione, l’indifferenziazione e lo svilimento del prodotto, fattori capaci di compromettere le prospettive future della Denominazione.”

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