L’olio d’oliva sfuso non convince i produttori italiani

La proposta della Commissione europea incontra la contrarietà dei player nazionali. Il coordinamento Agrinsieme: non è più ecologico e si rischiano frodi sulla provenienza

La proposta della Commissione europea di autorizzare la commercializzazione di olio sfuso, con l’obiettivo di diminuire la quantità di imballaggi e aumentare così la sostenibilità, trova l’opposizione dei produttori italiani. Come riporta il Sole 24 Ore, Il coordinamento Agrinsieme – che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari – ha scritto al Ministero della Politiche agricole chiedendo che l’Italia a Bruxelles dica no alla proposta.

Il timore degli olivicoltori è che la vendita di olio d’oliva sfuso faciliti le frodi e permetta di “tagliare” le partite di olio con prodotti più competitivi di quelli italiani dal punto di vista dei prezzi. A tutto svantaggio della qualità. La proposta della Commissione Ue, scrive Agrinsieme, renderebbe impossibile monitorare e garantire la qualità dell’olio d’oliva rimanente nel contenitore dopo la sua apertura. Ad essere compromessa sarebbe quindi la trasparenza nei confronti dei consumatori, che non avrebbero garanzie sulla corrispondenza tra quanto indicato in etichetta e quanto contenuto nella bottiglia riempita. “Se venisse autorizzata la vendita di olio sfuso su base volontaria – scrive il coordinamento al Mipaaf – si andrebbe incontro ad una distorsione della concorrenza interna nel mercato unico”.

Le perplessità riguardano però anche la sicurezza alimentare: le bottiglie aperte e riutilizzabili non sono in grado di assicurare il rispetto delle norme igieniche del prodotto. Il tutto, scrive Agrinsieme, senza significativi passi in avanti nella direzione della sostenibilità: “La vendita di prodotti sfusi al dettaglio non riduce, né elimina, l’impatto ambientale dell’imballaggio, poiché il prodotto dovrebbe essere comunque riconfezionato in contenitori nei negozi”.

Secondo le stime del Consiglio oleicolo internazionale, l’anno scorso l’Italia ha prodotto circa 315.000 tonnellate di olio d’oliva. Il principale produttore europeo è sempre la Spagna, con 1,4 milioni dio tonnellate, mentre al Grecia è al terzo posto con 200.000 tonnellate.

© Riproduzione riservata