Il neo ministro dell’Agricoltura Lollobrigida annuncia un piano da un milione di ettari

L’idea è togliere il limite ai terreni incolti e, al tempo stesso, riformare la Politica agricola comune “liberandola dall’ideologia del Farm to Fork”
Il neo ministro dell’Agricoltura Lollobrigida annuncia un piano da un milione di ettari

Per Francesco Lollobrigida (nella foto), neo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, è necessario “togliere il limite ai terreni incolti con un chiaro piano strategico di coltivazione” per un milione di ettari coltivabili. Perché “quello che ci mette a disposizione l’Europa (ad oggi 200.000 ettari di terreni a riposo) non basta”.

Il piano nazionale di coltivazione sarebbe da attivare non solo per contrastare periodi di crisi, ma anche nei momenti fertili. Fondamentali i contratti di filiera (finanziati nel PNRR) che garantiscano al produttore un prezzo di vendita equo e competitivo. “È vero – afferma il ministro – che l’agroalimentare italiano vale oltre 500 miliardi di euro e l’export nel 2021 ha registrato oltre 50 miliardi, ma è vero anche che poggia su un sistema estremamente debole.

CONTRO NUTRISCORE E ITALIAN SOUNDING

Da Lollobrigida arriva una critica netta contro il Nutriscore così come l’introduzione “di ogni strumento di classificazione dei prodotti pregiudizievole per l’agroalimentare italiano”. Battaglia che va di pari passo con la lotta ai falsi, l’Italian sounding che “distorce miliardi di euro”. L’agricoltura, sottolinea il ministro “è uno dei pilastri della nostra nazione e il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso, rimettendo al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale”.

CONTRATTI DI FILIERA

Lollobrigida guarda anche all’innovazione, pone attenzione agli investimenti nella ricerca e alla tutela della biodiversità. Da qui l’intenzione di stimolare il coordinamento con le istituzioni europee “per limitare l’esposizione alimentare del continente nei confronti del resto del mondo” e dare impulso ai contratti di filiera per ridurre la forbice tra costo di produzione e prezzo di vendita del prodotto. Ma, sottolinea Lollobrigida, “è necessaria una riforma della Politica agricola comune (Pac) che si liberi dall’ideologia intrinseca del Farm to Fork, perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia, e il nostro Paese può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili”.

TUTELARE LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE

Ultima ma non ultima, la promozione di Dop e lgp che va di pari passo con il no ai cibi sintetici. “Quanto alla promozione di Dop e lgp, lavoreremo alacremente in sede europea per difenderci dai prodotti Italian sounding, spacciati per italiani, e lavoreremo per collegare le filiere. Rafforzeremo in ogni modo il Made in Italy”.

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