Fairtrade, una mappa sui rischi nella fornitura di commodity

Il documento si concentra sul livello di pericolo, a livello globale, di violazione dei diritti umani e dell’ambiente

Fairtrade ha da poco presentato una nuova mappa dei rischi umani e ambientali nei settori in cui lavora. Moltissime filiere di approvvigionamento infatti celano grandi criticità: a livello globale un lavoratore su cinque vive in povertà, la produzione agricola è responsabile del 70% dei prelievi di acqua dolce nel pianeta e il lavoro minorile sta aumentando. Al momento la mappa dei rischi copre caffè, cacao, banane, uva e miele, e i principali paesi produttori di queste commodity. Nei prossimi mesi saranno aggiunti molti altri prodotti.

I rischi possono essere analizzati sia a partire dal prodotto sia dai paesi e non riguardano solo i contesti Fairtrade. La mappa è pensata affinché chiunque, dagli agricoltori alle organizzazioni dei lavoratori, dai marchi (e le aziende) alle Ong, possa individuare le criticità più significative per le comunità e per le catene di approvvigionamento. La mappa viene pubblicata in un periodo in cui le aziende si trovano ad affrontare sempre più obblighi legali per effettuare le valutazioni del rischio e per prevenire, mitigare e porre rimedio ai maggiori rischi lungo le proprie filiere di approvvigionamento.

UN MONITORAGGIO PER I DIRITTI UMANI

La mappa rientra nel lavoro di monitoraggio e valutazione del rischio lungo le filiere di Fairtrade. Considera anche il punto di vista degli agricoltori e dei lavoratori, in quanto portatori di diritti, informazioni raccolte attraverso il dialogo e in un processo partecipato. La sua elaborazione ha richiesto diversi mesi e ha coinvolto le cooperative, i lavoratori e il management delle organizzazioni e lo staff presente in sei continenti oltre allo staff esterno.

Il sito include anche informazioni dettagliate su rischi specifici identificati nelle commodity trattate, come il lavoro minorile, i diritti di genere e il reddito dignitoso, ma anche rischi ambientali legati al cambiamento climatico, all’acqua e alla biodiversità.

Marike de Peña, Presidente Clac (organizzazione che raggruppa i produttori Fairtrade in America Latina), dichiara: “La mappa dei rischi servirà a facilitare un dialogo trasparente tra gli attori delle filiere e aiuterà le aziende a costruire risposte efficaci per affrontare i rischi maggiori, evitando ulteriori danni alle comunità agricole e al pianeta”.

La mappa costituisce un primo passo di un processo di due diligence per i diritti umani, cioè identifica i rischi lungo la filiera, e cataloga quelli più comuni. Grazie alla sua esperienza Fairtrade affianca le aziende nell’implementazione dei propri doveri di due diligence e le aiuta a identificare, prevenire e mitigare i danni e i rischi.

PIÙ COOPERAZIONE SULLE FILIERE

La trasparenza sui problemi dei lavoratori e dell’ambiente è un rischio anche per i produttori agricoli stessi: se le aziende non sono pronte a prendersi le proprie responsabilità potrebbero scegliere di tagliare le forniture, piuttosto che affrontare il processo di mitigazione e di rimedio dei rischi insieme agli agricoltori e ai lavoratori.

Per questo Fairtrade incoraggia le imprese a informarsi sui rischi, e a usare lo strumento come un’opportunità per avviare il dialogo con le organizzazioni di agricoltori e lavoratori, con l’obiettivo di rendere le filiere globali più sostenibili. Molti elementi di criticità sono radicati nella povertà, nella disuguaglianza e nello sfruttamento: questo richiede uno sforzo collettivo da parte di aziende, agricoltori, lavoratori e governi e società civile per affrontarli nel lungo periodo. Per questo motivo, sebbene la certificazione riguardi il rispetto di determinati standard, la scelta di certificarsi non dovrebbe mai essere l’unica misura adottata da un’azienda per prevenire, mitigare e rimediare ai principali rischi nelle proprie catene di approvvigionamento.

Fairtrade è da più di trent’anni un’organizzazione apripista nel miglioramento dei diritti umani nelle relazioni commerciali”, dichiara Tytti Nahi, Direttrice Fairtrade’s business and human rights. “Il dovere di due diligence non riguarda solo procedure interne e requisiti da chiedere ai propri partner commerciali: significa anche dialogo, collaborazione e disponibilità a cambiare le pratiche per migliorare la vita delle persone e proteggere l’ambiente”.

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