Distretti agroalimentari, nel 2022 l’export supera i 25 miliardi

Il monitoraggio di Intesa Sanpaolo: le esportazioni crescono del +12,8% rispetto al 2021. La filiera del vino raggiunge i 6,6 miliardi di euro; seguono pasta e dolci, oltre i 4,4 miliardi

Il Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 31 dicembre 2022, curato dalla Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo, evidenzia un aumento del +12,8% delle esportazioni complessive rispetto al 2021 per un giro d’affari complessivo che supera i 25 miliardi di euro. Una conferma del trend di crescita del totale delle esportazioni agro-alimentari nazionali (+15,3% nel 2022) di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati. Il comparto dei prodotti alimentari trasformati, cresciuto del +17,7% a fronte di un indice dei prezzi esteri che, nello stesso periodo, ha registrato un +13,1%, si conferma trainante.

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, anche l’anno scorso la Germania è arrivata in prima posizione con un totale di 4,6 miliardi di euro (+8,7%), seguita da Stati Uniti, con oltre 3,2 miliardi, e Francia con circa 2,9 miliardi. Continua la ripresa delle vendite sul mercato britannico (+13%). Bene i flussi verso le economie emergenti, che raggiungono la soglia del 20% nonostante i cali in Cina (-25,8%) e Russia (-12,3%).

VINO

La prima filiera per valori esportati è quella del vino che, con oltre 6,6 miliardi di euro (+9,4%), nel 2022 ha ottenuto un incremento di 570 milioni rispetto all’anno precedente. Il maggior contributo viene dal distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+25,3%), seguito dal distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+11,6%).

PASTA E DOLCI

La filiera della pasta e dolci supera i 4,4 miliardi di euro, con quasi 720 milioni in più rispetto al 2021 (+19,3%) nonostante l’inflazione. Tutti i distretti hanno registrato incrementi delle esportazioni nel 2022: si distinguono i comparti pasta e dolci dell’Alimentare di Parma (+18,1%) e dell’Alimentare napoletano (+45,3%) oltre al distretto dei Dolci di Alba e Cuneo (+8,9%).

DISTRETTI AGRICOLI

La filiera dei distretti agricoli evidenzia un rallentamento della crescita, attestandosi ad un +1,6%, a causa degli aumenti dei costi di produzione (energetici, materie prime, concimi), ma anche del calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità del 2022. Il contributo maggiore viene dal distretto dell’Ortofrutta del Barese (+24,2%), a cui segue quello dell’Agricoltura della Piana del Sele (+8,8%). In flessione sia il distretto della Nocciola e frutta piemontese sia il Florovivaistico di Pistoia. Buon risultato nel 2022 per l’Ortofrutta romagnola (+2,1%).

CONSERVE

Crescite diffuse per i distretti delle conserve, che nel complesso segnano un +23,6% guidati dalle Conserve di Nocera (+25,6%).

CARNI E SALUMI

La filiera delle carni e dei salumi cresce nel complesso del +7,3%, con un progresso di 166 milioni di euro. Di questi, ben 120 sono realizzati dal distretto dei Salumi del modenese (+16,7%). Lieve arretramento per le Carni di Verona e per il Prosciutto di San Daniele dopo gli ottimi risultati degli scorsi anni.

DAIRY

In calo il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (-29,8%), mentre crescono del +8,5% il Lattiero-caseario Parmense e del +19,9% il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale. Notevole risultato in termini di export per la Mozzarella di bufala campana (+30,2%); in recupero il Lattiero-caseario sardo (+10,1%).

OLIO

Prosegue la forte accelerazione della filiera dell’olio (+27,6%) con il distretto dell’Olio toscano che registra un +27,9% e l’Olio umbro a +22,9%: il comparto olio del distretto dell’Olio e pasta del barese segna un +36,6%. Nel complesso questo è uno dei prodotti che continuano a registrare i maggiori aumenti di prezzo.

RISO

I due distretti del riso hanno realizzato insieme oltre 130 milioni di euro in più rispetto al 2021 (+24,6%) con il Riso di Vercelli in crescita del +17,4% e il Riso di Pavia che ha incassato quasi 80 milioni di euro in più da tutte le principali destinazioni commerciali.

CAFFÈ

I distretti del caffè continuano la loro corsa sui mercati esteri (+19,9% nel 2022): Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+21,8%), Caffè di Trieste (+16,5%), e Caffè e confetterie del napoletano (+16,9%).

ITTICO

Consolida i suoi progressi anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+5,7%).

Con oltre 25 miliardi di euro, i risultati dell’export del comparto agroalimentare italiano continuano a rispecchiare in maniera significativa l’eccellenza e la qualità dei prodotti coltivati e lavorati nel nostro territorio – sottolinea Massimiliano Cattozzi, Responsabile direzione agribusiness Intesa Sanpaolo –. Dopo mesi positivi per il comparto, d’ora in poi sarà necessario tener conto dell’impatto che l’emergenza maltempo in Emilia-Romagna produrrà nei vari distretti, soprattutto nei confronti delle Pmi e delle famiglie. La nostra banca è intervenuta con un consistente pacchetto di aiuti, sostenendo con particolare attenzione il settore agroalimentare e consentendo la sospensione dei finanziamenti e condizioni agevolate nelle nuove erogazioni grazie ad un plafond dedicato di due miliardi di euro”.

FOCUS SULLA ROMAGNA

Le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, le più colpite dall’alluvione dello scorso maggio, ospitano un importante distretto agroalimentare, l’Ortofrutta romagnola, e numerose aziende di allevamento soprattutto avicolo. Non è ancora possibile quantificare i danni, ma si può calcolare il peso che queste produzioni hanno in ambito nazionale. Le maggiori coltivazioni sono: uva da vino (oltre quattro milioni di quintali nel 2022, il 5% del totale italiano), pomodoro da trasformazione (quasi 1,8 milioni di quintali, 3%) e frumento tenero (1,5 milioni, 5%).

Alcune coltivazioni ortofrutticole si distinguono, inoltre, per il peso particolarmente elevato sul totale italiano. Tra queste la nettarina/pesca noce (1,1 milioni di quintali prodotti nel 2022, il 29% del totale italiano), il kiwi (743.000 quintali, 14%), la pera (519.000 quintali, 10%), l’albicocca (463.000 quintali, 20%), la susina (461.000 quintali, 24%), i loti o kaki (133.000 quintali, 25%) e la cipolla in piena aria (413.000 quintali, pari al 10%).

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