Grano, luci e ombre sulla campagna di raccolta 2023

Per il frumento tenero i volumi sono abbondanti, ma con un livello qualitativo che appare inferiore rispetto a un anno fa. Il grano duro invece risente del maltempo di giugno e luglio
Grano, luci e ombre sulla campagna di raccolta 2023

Più grano ma meno buono. Si può sintetizzare così l’andamento della campagna 2023 del frumento tenero, a raccolta ormai ultimata, sulla base delle indicazioni che arrivano dall’industria molitoria nazionale, stretta quest’anno tra i rincari dei costi energetici e della materia prima per la produzione degli sfarinati utilizzati per il confezionamento di pane, pasta, pizza e dolci.

Non è andata meglio per il grano duro, ingrediente base per la semola destinata ai pastifici, con le aspettative di un buon raccolto ampiamente compromesse dal maltempo di giugno e luglio a ridosso della trebbiatura nelle principali aree di produzione. Un colpo alla competitività dell’intera filiera grano-pasta che, come ricorda il Presidente Italmopa Andrea Valente, “Non può in alcun modo prescindere dal superamento delle criticità della produzione nazionale”, strutturalmente deficitaria rispetto alle esigenze dell’industria di trasformazione, al 65% e al 35% circa per il frumento tenero e duro.

IMPORT

Anche per questo Valente sottolinea “il ruolo insostituibile dell’industria molitoria nel selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di frumento e la rilevanza delle importazioni in un paese, come l’Italia, strutturalmente deficitario in materia prima ed esportatore di prodotti trasformati. Importazioni di frumento che, da sempre sono complementari e non alternative alla produzione nazionale”.

Nei primi cinque mesi del 2023 l’import è quasi raddoppiato, a oltre 1,1 milioni di tonnellate, secondo il rapporto dall’Anacer (l’associazione dei trader) sulla base dei dati provvisori dell’Istat.

RACCOLTO: PROBLEMI DI QUALITÀ

Il raccolto di grano duro (che a livello globale, con 33 milioni di tonnellate, rappresenta un nicchia rispetto alle 800 milioni di tonnellate del grano tenero) dovrebbe raggiungere quest’anno quota 4,15 milioni di tonnellate su scala nazionale (+18,5% dai 3,5 milioni del 2022), ma con “significative criticità” sotto il profilo qualitativo.

La crisi climatica sperimentata nei due mesi a ridosso della raccolta “ha profondamente mutato una prospettiva che risultava, fino alla fine di aprile, particolarmente favorevole per la quantità e qualità del raccolto – spiega Enzo Martinelli, Presidente sezione molini a frumento duro Italmopa –. I volumi produttivi appaiono certamente ridimensionati rispetto alle aspettative iniziali”. Ma a preoccupare è soprattutto la qualità del nuovo raccolto, con “tutti i principali parametri, dal tenore proteico al peso ettolitrico, chiaramente insoddisfacenti. Una situazione che non potrà non influire sulle strategie di approvvigionamento dell’industria molitoria italiana, con necessità di un maggior ricorso ad onerose importazioni”.

Per il frumento tenero è atteso un recupero dai minimi storici dello scorso anno con una produzione che potrebbe nuovamente superare i tre milioni di tonnellate, rispetto però ad un fabbisogno interno di oltre 6,5 milioni. E i danni alla qualità del raccolto potrebbero dirottare parte della produzione a uso mangimistico.

LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE

Inoltre, “la situazione geopolitica internazionale sta determinando un marcato nervosismo dei mercati, con forti oscillazioni delle quotazioni che potrebbero rendere particolarmente complessa una corretta programmazione degli acquisti”, aggiunge Alexander Rieper, Presidente sezione Molini a frumento tenero Italmopa.

Mentre spera in un difficile rinnovo dell’intesa sull’accordo del Mar Nero per l’export di cereali ucraini (che ha consentito, fino a metà luglio, l’esportazione via mare di oltre 33 milioni di tonnellate), il 15 settembre scadrà l’autorizzazione eccezionale accordata a Polonia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia per la sospensione dell’import dall’Ucraina di grano, mais, colza e semi di girasole. I cinque stati membri hanno già chiesto a Bruxelles una proroga della scadenza, perché la situazione dei mercati interni resta critica.

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