Carne coltivata, approvato il decreto di legge per il divieto in Italia

L’approvazione alla camera del decreto contro la produzione e vendita della carne coltivata ha scatenato reazioni contrastanti
Carne coltivata, approvato il decreto di legge per il divieto in Italia

Dopo il via libera del Senato, il 16 novembre il Ddl sulla carne coltivata è stato approvata anche alla Camera scatenando, come prevedibile, una serie di reazioni.

C’È CHI DICE SÌ

Esulta ovviamente Coldiretti, tra i promotori della discussa legge. “Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori, la battaglia si sposta in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di agricoltori e allevatori che hanno lasciato campagne e stalle per scendere in piazza per festeggiare l’approvazione da parte della Camera.

Non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa” precisa Prandini nel ricordare che “l’Italia proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato”.

C’È CHI DICE NO

Tra gli oppositori c’è il Good Food Institute, che per bocca di Francesca Gallelli, consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Questa misura non solo priverà i consumatori della libertà di scelta, ma taglierà fuori il paese dagli investimenti e dalla creazione dei posti di lavoro offerti da questo settore emergente. Il dibattito sulla carne coltivata in Italia è stato alimentato da una campagna di disinformazione e da un attivo ostruzionismo, in quanto le audizioni parlamentari hanno intenzionalmente escluso le aziende e i sostenitori della carne coltivata.

Il governo ha ribadito la sua intenzione a sottoporre nuovamente il provvedimento all’esame dell’Unione Europea, attraverso la procedura TRIS. Auspichiamo che l’invio della nuova notifica avvenga al più presto, per mettere in luce le criticità che la legge presenta per il mercato unico”.

E L’EUROPA?

La palla dunque ora passa all’Europa, ma la faccenda è tutt’altro che scontata. Ne parla Dario Dongo, fondatore del Great Italian Food Trade, un organo di informazione indipendente per questioni legate alla legislazione e sicurezza alimentare,in un articolo disponibile qui.

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