
È stato finalizzato l’accordo per la gestione della prossima campagna di trasformazione del pomodoro nel bacino Centro Sud Italia. L’intesa definisce i prezzi medi di riferimento del pomodoro sulla base del contratto quadro d’area sottoscritto l’11 febbraio scorso tra Anicav e organizzazioni dei produttori aderenti all’OI pomodoro da industria bacino Centro Sud Italia.
L’accordo introduce modifiche significative ai criteri di valutazione della materia prima, con particolare attenzione ai parametri relativi a “corpi estranei” e “pomodoro verde”. Un nuovo sistema di griglie qualitative con meccanismi premiali è stato implementato; questa evoluzione mira a consentire alla parte agricola una maggiore remunerazione rispetto alla campagna precedente, garantendo alle aziende conserviere un miglioramento della qualità della materia prima destinata alla trasformazione.
PREZZI MEDI DI RIFERIMENTO PER IL POMODORO
Pur mantenendo l’autonomia contrattuale delle singole aziende nella sottoscrizione dei contratti di fornitura, le parti hanno stabilito un prezzo medio di riferimento di 147,50 €/ton per il pomodoro tondo e di 155 €/ton per il pomodoro lungo. È prevista, inoltre, una maggiorazione di 42,50 €/ton per il biologico.
LA POSIZIONE DI ANICAV
Anicav ha dichiarato che l’accordo raggiunto rappresenta “un impegno economico oneroso” per le proprie aziende, soprattutto “in considerazione del complesso scenario internazionale”. L’associazione evidenzia che il prezzo medio di riferimento riconosciuto alla parte agricola, superiore a quello della campagna 2024 e considerato tra i più elevati a livello globale, “contribuirà a garantire alle imprese un miglioramento degli standard qualitativi e una massima attenzione nella fase di raccolta, sulla quale sarà necessario mantenere un approccio rigoroso”.
LE ASPETTATIVE DELLE OOPP
Le organizzazioni di produttori firmatarie hanno definito l’intesa come “ambiziosa”, sottolineando l’importanza di “riconoscere al mondo agricolo una giusta remunerazione attraverso il superamento di precedenti sistemi di valutazione”. L’accordo è considerato un passo fondamentale verso “un dialogo necessario e imprescindibile con l’industria di trasformazione”, al fine di tutelare una filiera ritenuta cruciale per l’economia del Mezzogiorno.