Pane, olio e pomodoro: la merenda che resiste alla crisi

In occasione di Tuttofood, Anicav e Assitol rilanciano i benefici nutrizionali della merenda simbolo della dieta mediterranea. L’andamento dei tre settori coinvolti dimostra la loro capacità di risposta in un momento segnato dalle tensioni internazionali e dalla crisi climatica
Pane, olio e pomodoro: la merenda che resiste alla crisi

Gusto, salute, crescita economica, sostenibilità: pane, olio e pomodoro è la sintesi perfetta del settore agroalimentare e del saper fare italiano, capace di dare il meglio di sé anche in periodi complessi come quello attuale. È questo il messaggio che Anicav, l’Associazione nazionale delle conserve vegetali, e Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, hanno lanciato in occasione di Tuttofood durante l’evento dedicato alla merenda simbolo della dieta mediterranea.

IL RUOLO CENTRALE DEL POMODORO

Per il Direttore generale Anicav, Giovanni De Angelis, “il pomodoro mantiene un ruolo di centralità nella nostra cultura culinaria. Rinnovare questa iniziativa è fondamentale per valorizzare il nostro prodotto, sano e apprezzato in tutto il mondo per la sua qualità. Lo confermano i dati: nel 2024 le esportazioni di tutti i derivati del pomodoro hanno registrato una buona crescita sia in volumi che in valore, con aumenti rispettivamente del 6,5% e del 3,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 3 miliardi di euro di valore sugli oltre 5 miliardi di euro del fatturato del comparto”.

Per quanto riguarda le destinazioni, il territorio europeo resta il nostro principale riferimento, rappresentando oltre il 60% del valore delle esportazioni. In testa Germania, Regno Unito e Francia. Gli Stati Uniti, al centro della discussione degli ultimi mesi per le politiche economiche dell’amministrazione Trump, rappresentano il primo mercato per l’export extra-europeo con una quota del 15 per cento.  “Per noi si tratta di un target strategico e lo spettro dei dazi, che porterebbero il prelievo doganale complessivo fino al 32,5%, rischia di compromettere questa posizione e di incoraggiare fenomeni di italian sounding”.

UN MIX AMATO A TUTTE LE ETÀ

Il mix composto da pane fresco artigianale, olio extra vergine d’oliva e conserve di pomodoro è amato dai consumatori di tutte le età. Tuttavia, crisi climatica, tensioni internazionali e, da ultimo, il rischio dazi, pesano sui comparti legati ai tre componenti di questa pietanza. Lo sanno bene gli imprenditori del Gruppo olio di oliva di Assitol, che sono stati costretti ad affrontare il problema della siccità in tutto il Mediterraneo, e, al tempo stesso, le incertezze della geopolitica.

“Gli ultimi due anni hanno confermato che il nostro comparto sa resistere alle difficoltà – ha ricordato Anna Cane, Presidente degli imprenditori dell’olio di oliva –. Il calo dei consumi dell’evo, legato all’aumento dei prezzi, è stato abbastanza ridotto. L’Europa resta il primo sbocco del nostro olio d’oliva con il 75% degli scambi all’estero, seguito dal Nord-America e poi dall’Asia orientale e centrale. La Ue rappresenta inoltre il 50% dei consumi di olio, ma i maggiori acquirenti del nostro olio d’oliva sono gli Stati Uniti, che promettono di diventare il primo consumatore al mondo entro il 2030”.

Anche il pane fresco artigianale, nonostante l’inflazione, regge il calo dei consumi. Anzi, è ancora il preferito dai consumatori, come ha spiegato Alberto Molinari, Presidente Aibi, che in Assitol rappresenta gli ingredienti della panificazione, della pizzeria e pasticceria. “Il pane, oggi, conta su tante tipologie e su una selezione di materie prime molto ampia, all’insegna della qualità e dell’apporto salutistico. Anche nel nostro settore, a fare la differenza è il contributo al benessere fisico, unito al gusto e all’attenzione anti-spreco. Il pane, insomma, deve essere buono, salutare e sostenibile”.

Secondo le rilevazioni di Aibi-Assitol, nel 2024 sono stati prodotti nel complesso due milioni di tonnellate di pane e prodotti da forno. Il mercato italiano di ingredienti per pane, pizza e pasticceria ha raggiunto le 250.000 tonnellate e l’export di ingredienti ha superato le 70.000 tonnellate. “Nonostante le demonizzazioni di cui è spesso vittima – ha osservato Molinari –, il pane del fornaio piace ancora moltissimo. L’dea di moltiplicare le occasioni di consumo, ad esempio a colazione con l’olio d’oliva e il pomodoro, a nostro avviso è un’ottima strategia per rafforzare il mondo bakery”.

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