
La ristorazione collettiva è molto più di un semplice servizio: è un driver di educazione, cultura e benessere. Questo il messaggio chiave emerso dalla tavola rotonda “Uno sguardo al futuro: il luogo di ristoro condiviso come sfida culturale collettiva”, tenutasi nei giorni scorsi presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. L’incontro ha riunito esperti del settore per discutere come rendere la mensa un’esperienza formativa, promuovendo al contempo un’alimentazione più consapevole, sostenibile e accessibile attraverso una collaborazione sinergica tra aziende, istituzioni e famiglie.
IL “PARADOSSO DEL MENÙ SANO” E LA SOLUZIONE ESPERIENZIALE
Al centro del dibattito, moderato dal giornalista Matia Venini Leto, il “paradosso del menù sano”: sebbene i pasti nelle mense siano spesso elaborati con rigore bromatologico, ovvero seguendo stringenti criteri scientifici e nutrizionali, incontrano difficoltà a essere accettati dai commensali più giovani. Questo rifiuto del cibo si traduce non solo in spreco alimentare, ma anche in un segnale di un fallimento educativo, evidenziando una disconnessione tra gli ambiti familiari, scolastici e comunitari.
La soluzione proposta è la trasformazione della mensa in un luogo di esperienza, dove il “sano” si congiunge al “buono” attraverso piatti che, oltre a gratificare il palato, veicolino valori e scelte consapevoli. L’obiettivo è superare la mera funzione nutritiva per abbracciare un ruolo più ampio di educazione alimentare.
I SURGELATI DI QUALITÀ: ALLEATI PER UN MENÙ EQUILIBRATO
Un ruolo fondamentale in questa visione è attribuito ai prodotti surgelati di qualità. Lungi dall’essere un’alternativa di serie B, essi si rivelano alleati preziosi per la costruzione di un menù bilanciato, gustoso e capace di soddisfare un pubblico eterogeneo. Come hanno sottolineato i relatori, tra cui Maurizio Vezzani, Ceo del Pastificio Zini, e Edoardo Clerici, supply management Director di Sodexo Italia, i surgelati garantiscono praticità, riduzione degli sprechi e superamento delle barriere geografiche e stagionali, aumentando la disponibilità di materie prime.
“Innovare non significa snaturare la tradizione, ma evolverla con intelligenza”, ha affermato Maurizio Vezzani, rimarcando come il Pastificio Zini sia un esempio concreto di come la pasta surgelata possa diventare un veicolo per ingredienti salubri, come gnocchi a base di legumi o vegetali, che uniscono gusto e un profilo nutrizionale migliorato. Vezzani ha inoltre criticato il “pregiudizio culturale” verso i surgelati, spesso penalizzati dall’obbligo dell’asterisco nei menù, e ha auspicato una valorizzazione della qualità indipendentemente dal metodo di conservazione.
Edoardo Clerici ha ribadito la grande responsabilità sociale e culturale degli operatori della ristorazione collettiva: “Ogni pasto può diventare un’occasione per educare al valore del cibo, promuovere scelte consapevoli e favorire una cultura alimentare sana”. Ha invocato una collaborazione costante e un dialogo costruttivo tra tutta la filiera, istituzioni, famiglie e consumatori per raggiungere questi obiettivi.
UNA QUESTIONE SOCIALE, CULTURALE ED ECONOMICA
Lisa Mariotti, Specialista in Scienze dell’alimentazione e nutrizionista, ha ulteriormente evidenziato come la ristorazione collettiva non possa più essere considerata un semplice servizio logistico, ma rappresenti una questione sociale, culturale ed economica cruciale. “È un luogo dove si può forgiare una nuova relazione con il cibo, con ripercussioni positive sulla salute, sull’ambiente e sul territorio”.
Il futuro della ristorazione collettiva passa necessariamente attraverso un cambiamento che coinvolga tutti gli attori: imprese alimentari, operatori della ristorazione, istituzioni e famiglie. Solo attraverso questa alleanza strategica sarà possibile trasformare il cibo quotidiano, e in particolare quello servito nelle mense, in un autentico strumento di educazione e trasformazione sociale.