
È ufficialmente iniziata nel Nord Italia la campagna 2025 del pomodoro da industria, con la raccolta e la consegna dei primi quantitativi di “pomodorino” e varietà “tondo” precoce agli stabilimenti di trasformazione. Un avvio anticipato che preannuncia una stagione di raccolta e trasformazione prolungata, mirata a gestire gli elevati volumi di pomodoro messi a dimora.
SUPERFICI IN CRESCITA E FOCUS SULL’EXPORT
Le superfici coltivate a pomodoro nel bacino settentrionale, interamente a produzione integrata o biologica, mostrano un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. In particolare, il 9,1% del totale è dedicato al biologico, consolidando gli ettari destinati a questa tipologia produttiva. L’espansione delle aree coltivate è una risposta diretta alla forte domanda di materia prima da parte di un’industria fortemente orientata all’export di prodotti finiti ad alto valore aggiunto. L’obiettivo è chiaro: recuperare i cali produttivi degli ultimi due anni, causati da avversità climatiche che hanno minacciato la capacità di soddisfare la richiesta di prodotti italiani di qualità.
Il monitoraggio settimanale dei trapianti, condotto dall’Organizzazione Interprofessionale (OI) del pomodoro da industria del Nord Italia, ha evidenziato un andamento ordinato e lineare, nonostante le piogge intermittenti di aprile abbiano creato qualche difficoltà nella preparazione dei terreni e nell’accesso ai campi. Questa distribuzione temporale omogenea della messa a dimora fa ben sperare per una raccolta altrettanto equilibrata e un utilizzo ottimale degli impianti di trasformazione.
LA SFIDA IDRICA DEL POMODORO DA INDUSTRIA
Giuseppe Romanini, Presidente dell’OI pomodoro da industria Nord Italia, ha commentato: “Il dato delle superfici a pomodoro da industria anche quest’anno in aumento nel Nord Italia conferma una crescente tendenza degli agricoltori del Nord a scegliere di investire in pomodoro da industria rispetto ad altre colture. A questa tendenza credo abbia contribuito la robustezza della filiera, con organizzazioni di produttori e imprese di trasformazione che hanno scelto di operare in sinergia tra loro dando corpo, con l’Organizzazione Interprofessionale, a un modello cooperativo e integrato che costituisce un vantaggio tangibile in termini di competitività e permette di affrontare insieme i problemi che si presentano ogni anno“.
La principale preoccupazione riguarda la disponibilità di acqua per l’irrigazione. Il fabbisogno idrico raggiungerà il suo apice nei prossimi giorni e crescerà fino a fine agosto in assenza di piogge. Gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano con un’alternanza tra annate molto piovose, come il 2024 che ha registrato un record di millimetri di pioggia, e annate siccitose. Attualmente solo i territori dotati di invasi hanno acqua sufficiente per l’irrigazione, mentre le zone sprovviste sono già in difficoltà a causa del divieto di prelievo dalle acque superficiali per tutelare il deflusso minimo vitale.
I NUMERI DELLA PRODUZIONE PER PROVINCIA E REGIONE
Analizzando la suddivisione delle superfici per provincia, Piacenza si conferma leader con 10.543 ettari dedicati al pomodoro. Seguono Ferrara con 8.132 ettari, Parma con 4.299 ettari e Mantova con 4.123 ettari. Le restanti province presentano valori più contenuti. Per quanto riguarda il biologico, Ferrara è la provincia con la maggiore estensione, con 2.705 ettari, seguita da Ravenna con 329 ettari e Verona con 244 ettari.
L‘Emilia-Romagna si distingue con la quota maggiore di ettari coltivati a pomodoro, rappresentando il 64% del totale. Seguono la Lombardia con il 21%, il Piemonte con il 9% e il Veneto con il 6%.