Parmigiano Reggiano: dazi Usa “ridotti” al 15%

Parmigiano Reggiano: dazi Usa “ridotti” al 15%

L'ordine esecutivo di Trump abbassa la tariffa doganale annullando i dazi “storici” e quelli aggiuntivi dello scorso aprile. Ma la crescita dei costi di produzione e il cambio euro/dollaro minacciano i consumi
Parmigiano Reggiano: dazi Usa “ridotti” al 15%

Il dazio sul Parmigiano Reggiano Dop esportato negli Stati Uniti si attesterà al 15%. È quanto emerge con la firma di un ordine esecutivo da parte di Donald Trump, che ha stabilito la sostituzione del dazio già esistente con la nuova aliquota stabilita tra il Presidente degli Stati Uniti e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Questa misura, che entrerà in vigore il prossimo 7 agosto, rappresenta un miglioramento rispetto alla situazione precedente. Da alcuni mesi, infatti, il Parmigiano Reggiano subiva una tariffa complessiva del 25%, composta dal 15% “storico” (in vigore dagli anni Sessanta) e da un ulteriore 10% introdotto lo scorso aprile. Con il nuovo provvedimento, il dazio tornerà al 15% “all-inclusive”.

PARMIGIANO REGGIANO DOP: I DATI DI MERCATO

Nonostante la riduzione della tariffa, Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, si è espresso criticamente sull’argomento. “Pur riconoscendo che la tariffa è migliorativa, ritengo che qualsiasi barriera al libero commercio rappresenti un limite ingiusto alla crescita e alla cooperazione economica“, ha dichiarato, sottolineando come il libero scambio sia “una forza positiva” che favorisce “l’innovazione, la concorrenza, la scelta consapevole dei consumatori e il dialogo tra nazioni“.

Bertinelli ha precisato che il Parmigiano Reggiano non è in concorrenza diretta con i prodotti caseari statunitensi. La Dop italiana, infatti, copre meno dell’8% del mercato dei formaggi duri negli Usa e viene venduta ad un prezzo superiore al doppio rispetto ai formaggi locali. Il consumatore americano che acquista Parmigiano Reggiano compie una “scelta consapevole“, dato che ha a disposizione alternative che costano molto meno.

Il presidente del Consorzio ha concluso evidenziando le criticità economiche che il prodotto dovrà affrontare nei prossimi mesi, indipendentemente dalla riduzione dei dazi: “Nonostante non sia previsto un incremento dei dazi, il prezzo reale per il consumatore americano entro i primi mesi del 2026 subirà inevitabilmente un’ulteriore crescita poiché si riverseranno sul consumo sia i rilevanti aumenti registrati all’origine, sia l’effetto moltiplicatore del cambio dollaro/euro, superando ampiamente i 55 dollari al kg“.

IL MERCATO USA: UN PUNTO DI RIFERIMENTO CRUCIALE

Per il Consorzio, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato estero, assorbendo il 22,5% dell’export totale. Nel 2024, le esportazioni verso gli Usa hanno superato le 16.000 tonnellate, registrando una crescita del +13,4% rispetto al 2023.

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