
Negli Usa, le private label hanno messo il turbo. Basti pensare che quasi un articolo su quattro acquistato nei supermercati statunitensi appartiene alla marca privata. Tanto che la categoria ha guadagnato terreno nell’arena competitiva, arrivando a raggiungere e superare il 20% di market share a valore. E la corsa potrebbe non essere finita: la pl potrebbe superare il 24% già entro il 2030, arrivando a sviluppare un giro d’affari annuo superiore ai 400 miliardi di dollari.
RISPARMIO E QUALITÀ
Alla base di questo successo, ci sono almeno due ragioni. La prima riguarda la capacità di assicurare risparmio, la principale freccia all’arco delle pl. Un recente rapporto Fmi-Food Marketing Institute rivela che il 53% degli americani ritiene i marchi privati più convenienti. Su questo fronte, i marchi tradizionali non raccolgono più del 27% delle citazioni.
C’è poi da considerare l’evoluzione in termini qualitativi che la categoria ha saputo mettere a terra, complici anche gli investimenti in innovazione: oltreoceano, infatti, il tasso relativo di lanci della Mdd risulta più elevato rispetto a quello dei brand dell’Idm. E questo upgrade è stato ben rilevato dai consumatori, se si considera che per la maggior parte degli statunitensi i marchi privati hanno raggiunto un livello equivalente o, in alcuni casi, superiore a quello dei marchi nazionali.
Il combinato disposto di questi aspetti ha dunque fornito un potente combustibile all’avanzata della marca privata, che ha saputo convincere non solo appellandosi sul suo punto di forza, leva del prezzo, ma proponendo anche una offerta sempre più performante. Un aspetto vincente che ha permesso alla categoria di registrare significativi tassi di retention: dopo aver provato i prodotti a marchio privato, infatti, molti shopper non sono più tornati alle loro precedenti abitudini di acquisto legate all’Idm.
LE STRATEGIE DEI RETAILER
Un plus non certo banale agli occhi dei retailer, che nella Mdd vedono peraltro anche altri vantaggi di non poco conto. Questa categoria, infatti, genera margini più alti e profitti unitari più elevati rispetto ai brand. Ma non solo. Richiede costi gestionali inferiori, assicurando quindi un ritorno sull’investimento reale più alto. Senza contare che i risparmi ottenuti grazie a una scala prezzi più bassi, possono indurre il consumatore a destinare il budget non speso ad altri articoli, generando così vendite aggiuntive e incrementando il margine lordo dell’intero negozio. Che, peraltro, può giovarsi proprio dell’offerta Mdd per richiamare nuova clientela: i marchi privati sono, infatti, considerati un fattore importante nel determinare la scelta del pdv dal 53% degli acquirenti.