
Analisi approfondite del mercato del grano duro, aggiornamenti sui raccolti dei principali Paesi produttori e sulle innovazioni per la produzione della pasta. Di questo e molto si è discusso in occasione del “World Durum and Pasta Forum”, evento internazionale dedicato ai mercati del grano duro e della pasta. La seconda edizione ha riunito a Roma oltre 350 operatori italiani e internazionali provenienti da Nord America, Turchia, Unione Europea, Nord Africa, Kazakistan e regione del Mar Nero. Un appuntamento unico per tutti gli attori della filiera: agricoltori, produttori, utilizzatori finali, trader, aziende di trasformazione, grande distribuzione, broker e associazioni di categoria.
Interessanti e ricchi di spunti i dialoghi tra i vertici delle aziende protagoniste del settore: Mariella Bianchi di Molitoria Umbra, Francesco Casillo di Casillo, Vincenzo Divella di Divella, Giuseppe Ferro de La Molisana, Angelo Mastrolia di NewPrinces, Margherita Mastromauro di Unione Italiana Food, Marina Mastromauro di Pastificio Granoro, Massimo Menna di Pastificio Lucio Garofalo, Cosimo Rummo di Rummo e Vincenzo Martinelli di Italmopa.
DIBATTITO SU APPROVVIGIONAMENTO E PREZZI
Durante i lavori ha avuto grande rilevanza il tema dell’approvvigionamento del grano duro, la materia prima che dà vita a questo prodotto straordinario. Il ruolo di leader mondiale del mercato della pasta pone l’Italia tra i Paesi con maggiore fabbisogno di grano duro, pari attualmente a 6 milioni di tonnellate annui, 1/6 della produzione mondiale. Un fabbisogno che i 4,3 milioni di tonnellate prodotti in Italia nel 2024, tutti acquistati dall’industria italiana, non riescono a coprire. Il resto viene acquistato dall’estero selezionando i migliori grani duri disponibili. Ma molto c’è ancora da fare per garantire all’Italia autosufficienza qualitativa su questa materia prima.
In particolare, Unione Italiana Food ha ribadito il suo impegno nel sostenere l’agricoltura italiana grazie alla sinergia con Confagricoltura, che ha dato vita a UniEat e al “patto di filiera” dei pastai con agricoltori stoccatori, industria sementiera e mugnai per sostenere la produzione italiana di grano duro di qualità. “La pasta è un patrimonio culturale ed economico dell’Italia, ma anche un modello di innovazione e sostenibilità – afferma Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai Unionfood –. L’Italia rappresenta il principale fornitore di grano duro per noi pastai, anche se il mercato è cambiato profondamente. Le rese dei campi italiani sono triplicate, la produzione di pasta è aumentata di 6 volte negli ultimi 80 anni e l’export è passato dal 5% del 1955 al 58% del 2024”.
URGE UNA COLLABORAZIONE TRA LE PARTI
Durante il Forum hanno avuto ampio spazio le tensioni che stanno caratterizzando il mercato del grano duro, che vive una fase di forte calo dei prezzi. Basti pensare che In contrapposizione con la decisione di molti agricoltori di indire manifestazioni di protesta sostenute da Cia e Coldiretti, dall’industria pastaia e molitoria riunita a Roma è arrivata forte non solo la richiesta di un pronto intervento del governo, ma anche un appello a riunire tutte le parti in causa in un rinnovato progetto di filiera all’insegna della collaborazione.