
Nel corso dell’audizione odierna davanti alla Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare sul DDL Concorrenza 2025, il Presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli (nella foto), ha sollevato forti critiche sull’impianto del disegno di legge, evidenziando l’assenza di misure dedicate al commercio: “Un’omissione significativa, nonostante i richiami dell’AGCM e le raccomandazioni ricevute dall’UE”.
LA PRESSIONE EUROPEA E LE DISTORSIONI NAZIONALI
Buttarelli ha sottolineato come il settore del commercio, altamente competitivo e capillarmente presente sul territorio, sia penalizzato da ostacoli normativi e amministrativi che ne rallentano lo sviluppo e distorcono le dinamiche concorrenziali. A supporto della sua posizione, il Presidente ha citato la Raccomandazione del Consiglio UE del 21 ottobre 2024, che ha espressamente ribadito la necessità per l’Italia di superare le restrizioni alla concorrenza nel commercio al dettaglio. L’analisi europea ha evidenziato in particolare:
- Una forte disomogeneità normativa tra le Regioni.
- Procedure autorizzatorie complesse e tempi incerti.
Un esempio emblematico di questa complessità è rappresentato dalle Conferenze dei Servizi regionali richieste per l’autorizzazione delle grandi strutture di vendita.
LE PROPOSTE DI FEDERDISTRIBUZIONE
Per superare la disomogeneità e la burocrazia, Federdistribuzione ha avanzato una proposta concreta: riconoscere il grado di complessità della Conferenza dei Servizi nazionale come Livello Essenziale delle Prestazioni (LEP). L’obiettivo è chiaro: “Evitare che le Regioni adottino iter più gravosi rispetto a quelli statali“. Buttarelli ha parlato in proposito di “un principio di buona amministrazione che si auspica venga normato da questa legge sulla concorrenza“.
Il Presidente di Federdistribuzione ha inoltre rimarcato l’urgenza di altri due interventi cruciali:
- La liberalizzazione delle vendite promozionali, oggi soggette a vincoli regionali ritenuti ingiustificati.
- La revisione del sistema di gestione dei diritti d’autore e connessi, che sta generando un aumento dei costi per gli operatori, vanificando i benefici che la liberalizzazione del settore avrebbe dovuto portare agli utenti finali.
In chiusura, l’associazione ha espresso l’auspicio che il Parlamento colga nel DDL Concorrenza 2025 “un’occasione cruciale per correggere distorsioni, semplificare le regole e garantire condizioni eque tra commercio fisico e online“. L’obiettivo finale è “garantire uno sviluppo equilibrato delle imprese ed una maggior efficienza nelle filiere, con beneficio finale per i consumatori“.