
I dazi agevolati concessi dall’Unione Europea a paesi come Vietnam, Cambogia e Birmania hanno fatto quintuplicare le importazioni di riso, mettendo in ginocchio i produttori italiani. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti durante il festival Risò a Vercelli, dove si è discusso anche del pericolo di una nuova crisi con l’accordo Mercosur, che secondo l’associazione non garantirebbe la reciprocità delle regole.
Sulla base di un’analisi Coldiretti su dati Istat, grazie all’iniziativa “Everything But Arms” del 2009, le importazioni di riso dai paesi asiatici sono schizzate da nove milioni a quasi 50 milioni di chili negli ultimi 16 anni. Questo fenomeno, definito dumping dai produttori, è aggravato dall’uso di pesticidi banditi da decenni nella UE e da dubbi sullo sfruttamento del lavoro minorile. Attualmente, circa il 60% del riso importato in Italia beneficia di queste tariffe agevolate.
NON SOLO RISO: L’INCOGNITA MERCOSUR E IL NODO DELLA RECIPROCITÀ
La situazione rischierebbe di peggiorare con l’accordo commerciale con il Mercosur, che prevede l’ingresso progressivo di riso a dazio zero fino a 60 milioni di chili. Sebbene esista un tetto massimo, Coldiretti sottolinea che il Brasile, primo produttore di riso non asiatico con un potenziale di oltre 10 miliardi di chili, “rappresenta una minaccia competitiva enorme. La mancanza di reciprocità è il punto cruciale: i risicoltori sudamericani possono utilizzare tecniche produttive e fitofarmaci vietati in Europa, contano su costi di manodopera inferiori e controlli meno stringenti”.
L’associazione agricola chiede l’introduzione di una clausola di salvaguardia automatica per tutelare i produttori nazionali, che scatti al superamento di determinate soglie di importazione, e, soprattutto, l’applicazione del principio di reciprocità: stesse regole per tutti.