Uliveto Monini: Zefferino Monini sorride tra gli ulivi. Produttore olio extravergine d'oliva italiano.

Monini, l’olio d’oliva italiano conquista il Giappone

Boom di affari nonostante i freni economici: il mercato nipponico cresce a quasi 60 miliardi di yen nell'ultimo quinquennio
Uliveto Monini: Zefferino Monini sorride tra gli ulivi. Produttore olio extravergine d'oliva italiano.

Il mercato dell’olio d’oliva in Giappone si conferma un segmento di crescente interesse per l’agroalimentare italiano. Nell’ultimo quinquennio, il volume d’affari ha registrato un incremento significativo, passando da 49 miliardi di yen di fine 2019 a quasi 60 miliardi lo scorso anno. Sebbene in parte l’aumento dei costi della materia prima abbia controbilanciato un calo dei litri venduti, il dato testimonia la solida penetrazione del prodotto, cardine della dieta mediterranea, nel paese del Sol Levante.

Zefferino Monini (nella foto), Presidente e Ad dell’azienda, sottolinea la necessità strategica di tale espansione: “Nell’attuale congiuntura, fortemente condizionata dall’incognita dei dazi decisi dall’amministrazione Trump e dalle ricadute imprevedibili che potrebbero avere, ritengo sia un dovere delle imprese ricercare mercati internazionali alternativi dove esportare. Per i trend degli ultimi anni, per la sua capacità ricettiva potenziale ancora in parte inespressa e per l’attenzione dei consumatori alla qualità del prodotto, il Giappone è sicuramente un mercato di crescente importanza”.

GIAPPONE: UN MERCATO APPETIBILE MA COMPLESSO

Il Giappone è ormai un mercato strategico per l’olio di oliva, divenuto una commodity presente dalla grande distribuzione ai convenience store. Tuttavia, il contesto economico attuale presenta varie sfide: l’impatto degli aumenti delle materie prime, il trend negativo senza precedenti della valuta giapponese e l’inflazione hanno eroso il potere d’acquisto della classe media, causando un rallentamento del consumo. L’Italia, lavorando mediamente una materia prima più costosa, ha sofferto più dei competitor spagnoli ed extraeuropei, con un ridimensionamento delle nicchie di alta qualità come il prodotto 100% italiano, il biologico JAS, i regionali (Dop, Igp) e le monocultivar.

IL SUCCESSO DI MONINI TRA QUALITÀ E ADATTAMENTO

Nonostante le criticità, Monini, pioniere nel mercato nipponico (presente dal 1985), ha registrato una crescita in doppia cifra sia in termini di volume sia di valore. Il successo è attribuito a un approccio incentrato sulla costruzione di un percepito di marca alto e sull’adattamento alle esigenze locali.

In particolare, il formato squeezable di Monini Classico è il prodotto di punta, apprezzato dai consumatori giapponesi per la praticità del packaging. Tra le strategie vincenti si annoverano la velocità di adattamento, con un down-sizing dal formato 1 lt e 500 ml al 250 ml e un focus promozionale sulle referenze mainstream per bilanciare le fluttuazioni delle categorie premium.

L’obiettivo nel breve termine, come ribadito da Zefferino Monini, è: “Stabilizzare la nostra presenza in tutte le principali catene, così da scongiurare rischi di out of stock dovuti a problemi di logistica locale. Inoltre vogliamo recuperare quella fascia di consumatori che ha sostituito l’olio di oliva con prodotti più economici, stimolandone nuovamente l’acquisto ripristinando supporti promozionali adeguati in sinergia con i retailer”.

L’impegno di Monini nel rafforzamento della brand reputation prosegue anche quest’anno con iniziative come degustazioni in premium outlet, partecipazione a fiere di settore (Supermarket Trade Show, Foodex), collaborazioni con influencer e sponsorizzazioni sportive di alto livello (Mondiali di Atletica a Tokyo, Sir Safety Perugia con Yuki Ishikawa). Questi sforzi sono affiancati da investimenti in sostenibilità e filiera integrata, come testimoniano i premi vinti all’Olive Japan 2024 e 2025 (medaglie d’oro a Monocultivar e Gran Fruttato).

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