Cinque anni di lavoro, 9.467 persone coinvolte e un impatto diretto su oltre 2.000 famiglie: sono le dimensioni del progetto “Cacao sostenibile” avviato in Togo da Esselunga e Altromercato per supportare i produttori attraverso iniziative equosolidali e di sostenibilità. Un’iniziativa che dimostra come le filiere trasparenti e certificate possano trovare spazio nella Gdo, generando benefici ambientali e socio-economici lungo tutta la catena del valore. Tutto il cacao utilizzato da Esselunga nei prodotti a marchio è oggi 100% equosolidale, regolamentato dal protocollo made in Dignity e tracciato in blockchain.
“Esselunga, all’interno della Grande Distribuzione, è una realtà che ha sempre dimostrato una grande sensibilità – commenta Marcello Patera, Senior business developer MID Altromercato –. Questo progetto ha confermato l’efficacia del protocollo made in Dignity, un modello partecipato che rende accessibili alle aziende le regole del Commercio Equo”.
PRODUTTIVITÀ A +55% GRAZIE ALLA FORMAZIONE
Il cuore del progetto, concluso nel luglio scorso, è stato in campo. L’attività formativa (9 scuole campo, 1.367 sessioni, oltre 9.000 agricoltori e 66 tecnici locali coinvolti) ha permesso di diffondere buone pratiche agricole, migliorare la gestione post raccolta e introdurre soluzioni tecnologiche.
La produttività negli appezzamenti delle scuole campo è aumentata del 55%, un dato determinante in un’area dove il cacao rappresenta una delle principali fonti di reddito. Le comunità hanno beneficiato anche di infrastrutture dedicate: 7 unità di essiccazione e fermentazione, 25 vivai, 10 siti di compostaggio e 367.000 piantine distribuite.
DIVERSIFICAZIONE E NUOVI REDDITI
Per uscire dalla dipendenza monoculturale, il progetto ha puntato sulla diversificazione: sono stati convertiti 41 ettari in agroforesteria dinamica, create 164 parcelle agroforestali e piantate oltre 242.000 specie alternative come anacardi, papaya, agrumi, zenzero e curcuma. Una strategia che ha favorito la resilienza economica delle comunità: secondo un’indagine, il 56% degli agricoltori ha registrato un miglioramento del benessere familiare, il 22% un aumento del reddito, e un ulteriore 22% progressi su entrambi i fronti.
TRACCIABILITÀ E IMPATTO SOCIALE
Una parte significativa del progetto ha riguardato la digitalizzazione delle informazioni: oggi un database mappa 2.058 produttori e 1.890 ettari coltivati, garantendo pagamenti puntuali e totale trasparenza della filiera. Il progetto è stato sostenuto anche dai clienti Esselunga, che nel 2020 hanno donato 560.000 euro tramite il Catalogo Fìdaty.
“Nel 2023 abbiamo toccato con mano il valore di questo percorso condiviso in Togo – racconta Laura Bacchiega, Responsabile sviluppo e coordinamento progetti commerciali Esselunga –. È stata un’occasione di scambio che ci ha dato nuove competenze e confermato la necessità di continuare a investire in una filiera che oggi mostra una qualità nettamente superiore. L’impegno in Togo prosegue anche dopo la conclusione del progetto: continueremo a collaborare per l’approvvigionamento della materia prima, la cui domanda è in forte incremento e che grazie agli interventi realizzati, ha notevolmente migliorato la propria qualità”.
IL NUOVO CAPITOLO: IL MADAGASCAR
I risultati ottenuti in Togo hanno aperto la strada a un nuovo progetto quinquennale in Madagascar, avviato a luglio 2025. Qui Esselunga e Altromercato supporteranno oltre 300 produttori con attività di formazione, sviluppo di centri di raccolta e investimenti in micro-infrastrutture per migliorare qualità, tracciabilità e indipendenza delle cooperative locali. Un ulteriore tassello che conferma l’impegno delle parti coinvolte nel promuovere filiere sostenibili e di valore, a beneficio della collettività e dei consumatori.
