
“L’unico modo per fronteggiare i dazi è puntare sulla qualità.” Con queste parole, il Presidente Afidop Associazione Formaggi Italiani Dop e Igp, Antonio Auricchio, ha ribadito l’impegno di Afidop nel garantire e promuovere l’eccellenza dei formaggi italiani certificati.
Questo è stato il messaggio chiave dell’Assemblea annuale dell’associazione a Roma. I dazi, che arrivano a un costo complessivo stimato di quasi 150 milioni di euro (sommando i 50 milioni dell’anno scorso ai quasi 100 milioni previsti), colpiscono duramente i formaggi italiani, in particolare la triade Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano, che rappresentano il 95% dell’export di formaggi Dop verso gli Usa.
Auricchio ha sottolineato che queste misure non solo gravano sui prezzi e sui volumi, ma rischiano anche di incentivare l’italian sounding, prodotti locali che imitano i formaggi Dop, minando la fiducia dei consumatori e favorendo la concorrenza sleale.
SETTORE IN CRESCITA, PRODUZIONE E PERFORMANCE
Nonostante le sfide esterne, il settore dei formaggi Dop e Igp in Italia mostra una notevole vitalità. La produzione casearia Dop e Igp nel 2024 ha superato le 600 mila tonnellate, assorbendo circa il 48% delle consegne totali di latte (6,44 milioni di tonnellate tra vaccino e non vaccino). Si registrano crescite significative per il Grana Padano (+3,5%), il Parmigiano Reggiano (+1,4%), il Gorgonzola (+1,9%) e, in particolare, il Pecorino Romano (+7,1%). Anche formaggi con volumi produttivi minori, come il Provolone Valpadana (+5,6%), il Valtellina Casera (+8,9%) e il Pecorino Toscano (+3,9%), hanno mostrato ottime performance. Le regioni con la maggiore incidenza di produzione Dop sono Emilia-Romagna (90%), Campania (circa 60%), Sardegna (54%), Lombardia e Piemonte (entrambi oltre il 40%), e Veneto (46%).
L’EXPORT AD ALTA QUOTA, CON ROTTA VERSO L’EXRA UE
L’export rappresenta una componente cruciale per i formaggi Dop e Igp, con una quota volume media del 40% sul totale dei formaggi esportati. Di questa percentuale, il 48% è destinato ai mercati extra Ue, dimostrando una maggiore propensione di questi mercati verso le Dop italiane. Questo successo è in gran parte attribuibile agli accordi commerciali e al grande appeal dei formaggi stagionati italiani. Canada e Stati Uniti spiccano, con una quota volume che supera l’80% e una quota valore oltre l’85% dell’export totale di formaggi verso questi paesi.
Gli altri Paesi hanno in genere un rapporto Dop su totale analogo o vicino alla media Mondo (40-43% in volume). È così per Svizzera (41%), Uk (40%) Giappone (36%), Norvegia (36%), Corea del Sud (34%), mentre livelli più bassi si hanno in Emirati Arabi (30%) ed Arabia Saudita (21%), e la Cina addirittura segna il 7%, per via della sua predilezione per i freschi.
Tra quelli citati, ci sono anche i mercati a maggior velocità di crescita delle vendite Dop. Si parte dall’Arabia Saudita con +26% a volume sul 2023 per proseguire con Sud Corea (+24%), Emirati Arabi Uniti (+20%), Giappone (+18%), Canada (+15%), Usa (+10%).
In Europa, la Germania (52% dei volumi totali esportati), Danimarca (48%), Svezia (46%) e Paesi Bassi (44%) sono i mercati con le quote Dop più elevate, con Austria (+13%), Polonia (+11%) e Romania (+19%) che registrano tassi di crescita a doppia cifra.