
La Commissione Europea si prepara a varare una Politica Agricola Comune (Pac) radicalmente snellita e con poteri senza precedenti trasferiti agli Stati membri, all’interno di un nuovo “super fondo” che coprirà le politiche europee dal 2028 al 2034. Questa “Pac leggera”, come la definisce L’Informatore Agrario, rappresenta una vera e propria rivoluzione nel bilancio pluriennale dell’Unione Europea, maturata nonostante la forte opposizione di agricoltori, pescatori, Regioni, Europarlamento e ministri dell’agricoltura.
Il nuovo quadro finanziario pluriennale ammonta a 865 miliardi di euro a prezzi correnti. Tuttavia, i fondi destinati specificamente alla Pac subiranno un taglio significativo: si passerà dagli attuali circa 386 miliardi a 295 miliardi di euro, a cui si aggiungono sei miliardi di euro della riserva di crisi (900 milioni di euro all’anno, il doppio rispetto a oggi). In totale, poco più di 300 miliardi di fondi europei per l’agricoltura: un taglio che, in termini nominali, si attesta tra il 20% e il 30% in termini reali rispetto alle risorse attuali.
Del “super-fondo” fanno parte anche le risorse per le Regioni, le iniziative sociali e quelle per le aree rurali, tradizionalmente coperte dai piani di sviluppo rurale, oltre a piccoli programmi Pac come “Frutta e latte nelle scuole”. Questi fondi per gli investimenti sui territori ammontano a 453 miliardi di euro, dei quali 218 miliardi sono riservati alle regioni svantaggiate.
Tra le novità proposte dalla Commissione, riemerge il tentativo di introdurre un tetto ai pagamenti diretti, non oltre i 100.000 euro, e il calo progressivo degli aiuti. Misure che, in almeno due precedenti tentativi (nel 2013 e nel 2020), erano state rese volontarie dai capi di Stato.
Infine, una piccola fetta da 20 miliardi di euro, del nuovo fondo per la competitività sarà destinata all’area “Salute, biotecnologie, agricoltura e bioeconomia”. La bioeconomia, in questo contesto, mira a sostenere i materiali e i prodotti a base biologica, la biofabbricazione, i prodotti alimentari innovativi e i prodotti biochimici.
Questa riforma, pur mirando ad una maggiore semplicità e ad un unico pilastro, solleva da più parti interrogativi significativi sul futuro del settore agricolo europeo, in un contesto di crescenti sfide economiche e ambientali.