
L’export di Pecorino Romano Dop verso gli Stati Uniti, un mercato da 170 milioni di euro, è a rischio a causa dell’introduzione di nuovi dazi al 15% sui prodotti europei. A dirlo, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, è il Presidente del Consorzio di tutela Gianni Maoddi.
Secondo Maoddi, l’imposizione di una tariffa doganale del 15% su un volume d’affari così rilevante si traduce in un danno di circa 24 milioni di euro, una cifra “considerevole e impattante“. La decisione, definita “un bello schiaffo“, è particolarmente significativa poiché il Pecorino Romano non aveva mai pagato dazi negli Stati Uniti in 140 anni di storia commerciale. Persino nel 2019, durante la prima amministrazione Trump, il prodotto era stato esentato perché si era riusciti a dimostrare che non era in competizione con la produzione locale.
NUMERI E IMPATTO DEL PECORINO ROMANO
Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop riunisce circa 40 produttori e una filiera di 8.500 allevatori distribuiti tra Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto. La produzione prevista per il 2025 si attesta intorno alle 39.000 tonnellate; circa il 70% è destinato all’export, e gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di sbocco assorbendo circa il 40% delle esportazioni globali. Nel dettaglio, Maoddi sottolinea che il 35-37% della produzione totale è destinato al mercato americano, il 33-35% a quello nazionale, e la restante parte a paesi come Canada, Giappone, Australia e Unione Europea.
IL RISCHIO PER I CANALI DI DISTRIBUZIONE
Maoddi ha evidenziato come l’impatto dei dazi si farà sentire in modo diverso sui due principali canali di vendita negli Usa:
- Canale industriale: Il Pecorino Romano Dop è spesso utilizzato come ingrediente in miscele per cibi pronti e salse. In questo settore, molto sensibile ai costi, “c’è il concreto rischio che il nostro prodotto venga sostituito in parte o del tutto da altri prodotti, con costi minori,” afferma Maoddi.
- Canale retail: Il consumatore finale, che già spende circa 35 dollari al chilo, potrebbe non risentire in modo significativo di un aumento di prezzo a 39 dollari. Questo canale è quindi considerato meno vulnerabile.
Il Presidente del Consorzio ha ricordato inoltre che la produzione americana di un formaggio denominato “Romano”, di tipo industriale e a base di latte vaccino, non è mai stata ostacolata dalla presenza del Pecorino Romano Dop, a dimostrazione che i due prodotti non sono concorrenti.
Nonostante la situazione difficile, Maoddi si dichiara ottimista sulla possibilità di ottenere un’esenzione dai dazi, confidando in un futuro momento di “dettaglio” per i singoli prodotti. Il Consorzio si sta muovendo attivamente per coinvolgere la politica, sia a livello europeo sia americano, con audizioni presso i commissari dell’Agricoltura e del Commercio e un dialogo costante con l’ambasciata e con il Ministero dell’Agricoltura italiano.