Il largo consumo in Italia ha registrato un significativo miglioramento nell’adozione delle pratiche di economia circolare. La performance media complessiva del settore è salita al 61%, con un aumento di otto punti percentuali rispetto al 53% rilevato nel 2022. I dati sono emersi dal convegno “Circolarità in azione. Il nuovo benchmark sull’economia circolare nel largo consumo”, organizzato da GS1 Italy in ambito ECR Italia, dove è stata presentata la seconda edizione della ricerca “L’evoluzione dell’economia circolare nel largo consumo”, realizzata in collaborazione con Ergo, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
La misurazione è avvenuta su un campione di 22 imprese del consiglio direttivo di GS1 Italy e aderenti a ECR Italia, utilizzando la nuova release di Circol-UP, il tool di misurazione della sostenibilità sviluppato da GS1 Italy. Questa versione aggiornata include otto nuovi indicatori (Kpi), allineati agli standard nazionali e internazionali, per cogliere la complessità della catena del valore: dalla selezione dei fornitori alla tracciabilità digitale.
“ECR Italia da sempre favorisce la collaborazione tra imprese per migliorare i processi e per costruire linguaggi, strumenti e standard comuni per agevolare e guidare il cambiamento. Con Circol-UP proseguiamo su questa strada, mettendo a disposizione del settore uno strumento condiviso, solido e scientificamente fondato per misurare e valorizzare il grado di circolarità lungo l’intera filiera”, commenta Silvia Scalia, ECR & training director di GS1 Italy.
I SETTORI PIÙ VIRTUOSI
Rispetto a tre anni fa si registra un miglioramento significativo della performance media complessiva del settore. La distribuzione delle performance evidenzia una maturazione complessiva, pur con differenze tra fasi del ciclo di vita e settori, a conferma della crescente integrazione strategica e strutturata dei principi di economia circolare nei modelli aziendali.
“Il nuovo benchmark di circolarità – prosegue Silvia Scalia – rappresenta un punto di riferimento per comprendere in che modo il settore del largo consumo stia evolvendo verso modelli più circolari e sostenibili. I risultati della ricerca offrono non solo una misurazione oggettiva, ma anche una chiave di lettura utile per orientare le strategie aziendali e le politiche di sistema”. Il miglioramento è diffuso ma con punte di eccellenza in comparti specifici:
- Cura casa e cura persona: Questi settori si confermano i più virtuosi, raggiungendo una performance media di circolarità del 73,5%, in netta crescita rispetto al 48% del 2022.
- Alimentare: Segue con una performance media del 65,3%, anch’essa in aumento rispetto al 61% del 2022. I punti di forza riguardano l’approvvigionamento (logistica efficiente, fornitori locali) e la gestione degli scarti.
- Retail: La grande distribuzione registra un lieve incremento, attestandosi al 46% (era il 45% nel 2022). Le aree di forza sono la minimizzazione degli imballaggi in ingresso e la gestione dei reparti freschi.
ECONOMIA CIRCOLARE: I DRIVER DELLA TRANSIZIONE
“Dalla prima edizione del 2022 a oggi – rileva Fabio Iraldo, docente di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa – abbiamo registrato progressi significativi e una crescente consapevolezza: la circolarità non si misura solo nei risultati, ma nella capacità delle imprese di apprendere, collaborare e innovare insieme. Si conferma la volontà delle aziende del largo consumo di intraprendere un percorso sempre più condiviso verso modelli circolari e a minor impatto ambientale”.
Secondo la ricerca, la crescente adozione di modelli di business circolari è spinta soprattutto dall’evoluzione del quadro normativo (tra cui la CSRD e lo standard ESRS E5) e da una sempre maggiore sensibilità di aziende e consumatori.
