Via libera ufficiale alla produzione di vini dealcolati in Italia. È stato varato il decreto interministeriale Mef-Masaf che disciplina il regime fiscale e il sistema delle accise legate alla produzione di vini dealcolati e parzialmente dealcolati, con particolare attenzione alla tassazione dell’alcol ottenuto dai processi di dealcolazione.
Si tratta di un provvedimento molto atteso dal settore vitivinicolo italiano. In assenza di un quadro normativo definito, fino a oggi molte aziende erano infatti costrette a effettuare all’estero, soprattutto in Germania e Spagna, le operazioni di dealcolazione, pur partendo da vini prodotti in Italia.
“Con questo decreto diamo al settore vitivinicolo un quadro normativo chiaro per poter produrre i vini dealcolati e offrire nuove opportunità alle imprese”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, sottolineando come il provvedimento definisca finalmente il regime fiscale delle accise per questa categoria emergente. “Sono certo che i nostri produttori sapranno raggiungere posizioni di eccellenza anche in questo settore”.
Soddisfazione anche da parte dell’Unione italiana vini (Uiv). Per il Segretario generale Paolo Castelletti, il decreto rappresenta “una bella notizia di fine anno dopo un 2025 travagliato per il settore vino sul fronte del mercato”. Secondo Uiv, sono sempre più le imprese pronte a investire nei vini dealcolati, e il nuovo quadro normativo consente di operare “in condizioni di parità competitiva rispetto agli altri produttori europei”. L’associazione auspica ora il supporto dell’amministrazione nella fase di avvio, soprattutto per il rilascio di licenze e autorizzazioni.
I dati di mercato confermano il potenziale del segmento. Secondo l’Osservatorio Uiv, il comparto Nolo (no alcohol e low alcohol) è tra i pochi in crescita in un contesto globale difficile per il vino. Il mercato mondiale vale oggi 2,4 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere 3,3 miliardi di dollari entro il 2028.
Accoglienza positiva anche da Federvini, che sottolinea come il decreto definisca un quadro “chiaro e uniforme” per un nuovo segmento, in linea con la normativa europea. “La firma del decreto rappresenta un passo significativo per il settore vitivinicolo italiano”, ha commentato Gabriele Castelli, Direttore generale di Federvini. “Offre certezze normative su un segmento in evoluzione, capace di rispondere alle mutate esigenze dei consumatori, soprattutto sui mercati esteri”.
Federvini evidenzia inoltre l’importanza di una crescita equilibrata: “È fondamentale che il mercato dei vini dealcolati cresca senza snaturare la nostra tradizione. Innovazione e qualità possono convivere”, ha aggiunto Castelli, confermando la disponibilità dell’associazione a collaborare con istituzioni e filiera per accompagnare l’attuazione del decreto.