L’export dei salami tiene, ma l’embargo russo pesa

Le imprese della categoria recuperano terreno sui mercati esteri, ma nei Paesi Terzi il forte calo delle spedizioni verso la Russia non è compensato dalla crescita di Giappone e Svizzera
L’export dei salami tiene, ma l’embargo russo pesa

Salame sulla via del recupero. Dopo l’andamento sostanzialmente piatto dei primi tre mesi, il dato del primo semestre registra un export pari a 12.009 ton (+2,9%) per un corrispettivo di oltre 119 milioni di euro (+3,9%).

All’interno della Ue, le performance verso Francia, Svezia, Paesi Bassi, Danimarca, evidenzia crescite a due cifre. Positivi anche i risultati della Germania (+6,9% in quantità e +6,7% in valore). In calo le spedizioni verso il Regno Unito (-12% dal -14,3% del primo trimestre) e quelle verso il Belgio (-4% in quantità e -3,6% in valore) mentre sono tornate in linea con il 2013 quelle verso l’Austria (+0,3% in quantità e +0,8% in valore).

Anche le esportazioni verso i Paesi extra Ue hanno mostrato un parziale recupero rispetto al dato negativo del primo trimestre, anche se meno deciso (passano al -4,3% del periodo gennaio-marzo al -3,0% del semestre).

Il dato è influenzato dal forte calo dell’export verso la Federazione Russa (-70,4%), che mostra gli effetti dei divieti legati alle barriere sanitarie nei Paesi baltici, non compensati dalla crescita del Giappone e della Svizzera.

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