Coop: “Le famiglie italiane vogliono tornare a spendere”

L’analisi dell’insegna sui dati di vendita relativi al consumo alimentare nel periodo pasquale
Coop: “Le famiglie italiane vogliono tornare a spendere”

Gli italiani vogliono uscire dalla bolla in cui sono chiusi, vogliono spendere e festeggiare in qualche modo un ritorno alla normalità. Anche solo parziale. Nonostante Istat rilevi una flessione delle vendite di beni alimentari e di quelle della Gdo nel mese di febbraio 2021, le vendite pasquali registrate da Coop Italia si attestano infatti a un +5% sul 2020. Una voglia di normalità che ha riportato gli italiani a spendere, ad aprile, anche più della stessa settimana pasquale del 2019, all’epoca Covid free.

La pandemia ha cambiato in parte le modalità di acquisto rendendo, per esempio, l’e-commerce un fenomeno strutturale con un +20% sul 2020 e un + 300% sul 2019. Come evidenziano i primi dati raccolti da Nielsen, nella Pasqua appena trascorsa però gli italiani sono tornati agli acquisti negli ipermercati, che registrano un +20% sul 2020 (quando erano chiusi per lockdown) e un +5,6% sul 2019 quando invece tutto era aperto e non sapevamo ancora cosa fosse il Covid.

Stiamo attraversando indubbiamente una fase complessa da due punti di vista. Da un lato la crisi economica ha assottigliato le possibilità di spesa degli italiani, dall’altro le continue chiusure fanno sentire più che mai alle famiglie la necessità di ripristinare una normalità quantomeno nelle festività tradizionali” – afferma Marco Pedroni (nella foto), presidente di Ancc-Coop (Associazione nazionale delle cooperative di consumatori) e di Coop Italia. “In questa ottica, le future mosse del governo sono fondamentali. Servono sostegni efficaci, efficienti e rapidi all’occupazione e ai redditi più bassi che possano sostenere i consumi e il ciclo economico. E poi serve detassare i consumi dei prodotti sostenibili, agevolare gli acquisti per chi è più in difficoltà. C’è la chiara necessità di sostenere con decisione le famiglie in una progettazione nazionale, globale e inclusiva che non è più rimandabile”.

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