Alla vigilia della chiusura della prima fase del protocollo di Kyoto, la Commissione europea ha adottato il 13 febbraio una strategia per indirizzare l’economia europea verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse rinnovabili. Con il previsto aumento della popolazione mondiale (fino a 9 miliardi di abitanti nel 2050) e l’esaurimento delle risorse naturali, l’Europa ha bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri e sani, così come materiali, energia e altri prodotti. “L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa” è una strategia della Commissione che prevede un piano d’azione
Il termine “bioeconomia” si riferisce a un’economia che si fonda su risorse biologiche provenienti della terra e dal mare, nonché dai rifiuti, che fungono da combustibili per la produzione industriale ed energetica e di alimenti e mangimi. La bioeconomia comprende anche l’uso di processi di produzione fondati su bioprodotti per un comparto industriale sostenibile. I rifiuti organici, per esempio, rappresentano un potenziale notevole in alternativa ai concimi chimici o per la conversione in bioenergia, e possono coprire il 2% dell’obiettivo stabilito dall’Ue per le energie rinnovabili.
La bioeconomia europea vanta già un fatturato di circa 2mila miliardi di euro e impiega oltre 22 milioni di persone, ossia il 9% dell’occupazione complessiva dell’Ue. Comprende i settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca, della produzione alimentare, della produzione di pasta di carta e carta, nonché comparti dell’industria chimica, biotecnologica ed energetica. Si stima che per ogni euro investito in ricerca e innovazione nella bioeconomia, la ricaduta in valore aggiunto nei settori del comparto bioeconomico sarà pari a dieci euro entro il 2025.
“L’Europa deve passare a un’economia ‘post-petrolio’ – ha ricordato Máire Geoghegan-Quinn, la commissaria responsabile per la Ricerca, l’innovazione e la scienza – Un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili non è più solo una scelta ma una necessità. Dobbiamo promuovere il passaggio a una società fondata su basi biologiche invece che fossili, utilizzando i motori della ricerca e dell’innovazione. Si tratta di una mossa positiva per l’ambiente, la sicurezza energetica e alimentare e per la competitività futura dell’Europa”.
Ue, al via un piano per la bioeconomia
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