Amadori, 200 milioni di euro per l’ambiente

Al via un piano quinquennale di investimenti per 200 milioni di euro in ambito energetico
Amadori, 200 milioni di euro per l’ambiente

Il Gruppo Amadori pubblica il primo report socio ambientale. Il produttore specializzato in carni avicole, che ha chiuso il 2013 con un fatturato di 1,2 miliardi di euro in crescita del 4,3% sull’anno precedente, ha scelto per la prima volta di riunire in un documento i principali risultati e obiettivi del proprio impegno socio-ambientale. Che si concretizza in un piano quinquennale di investimenti per 200 milioni di euro in ambito energetico. In particolare, nello stabilimento di Cesena sono stati fatti investimenti per un nuovo rendering, che garantirà un risparmio energetico del 30% rispetto al precedente, per 25 milioni di euro investiti. Il polo energetico ospita una centrale termica e di cogenerazione che ha richiesto 8 milioni di euro, mentre i rifiuti della macellazione sono avviati a un biodigestore anaerobico da 3,5 milioni di euro. Inoltre, la nuova sala taglio, che è costata oltre 30 milioni di euro, è allestita con pannelli solari sul tetto. Infine, Amadori ha migliorato la viabilità con una rotonda e un nuovo ingresso che permetterà ai mezzi pesanti di non attraversare il centro urbano e, con l’occasione, ha anche dotato l’area di un parco.

Allo studio del produttore c’è poi la possibilità di collegarsi al canale Emiliano Romagnolo per sfruttare acqua di superficie, e non di falda, per alcune attività di igienizzazione. L’operazione costerà più di 1 milione di euro. Al momento la gestione idrica prevede già un utilizzo di acqua di recupero al 45% ed è inserita nella certificazione ambientale Iso 50001.

Altri investimenti hanno riguardato lo stabilimento di Teramo – dove è attivo un altro biodigestore da 4 milioni di euro – e i tetti degli allevamenti di proprietà, il 40% dei quali è stato dotato di tetti fotovoltaici per 17 milioni di euro.

Punta di diamante di tale politica sostenibile è la produzione del pollo Campese allevato a terra (7,5 milioni di pezzi l’anno) in 100 allevamenti pugliesi, alimentati interamente con energie rinnovabili. Gli animali, che vivono almeno 56 giorni, la metà dei quali trascorsi all’aperto, sono nutriti per il 70% a cereali. Ne deriva un prodotto di fascia premium – molto richiesto anche da chef stellati – posizionato al 20-25% sopra la media del settore.

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