Costco, il sogno americano è qui

Mentre negli Usa dilaga lo sciopero dei lavoratori che chiedono l’aumento del salario minimo, la catena si propone come modello di business responsabile
Costco, il sogno americano è qui

I media lo hanno più volte definito l’anti-Walmart, e lui non ha mai mostrato di disdegnare questa etichetta.  Ma Craig Jelinek, eclettico ceo di Costco, ha ben poco in comune con molti dei suoi colleghi ai vertici delle maggiori società americane del retail. Una questione di mentalità e immagine pubblica, ma anche di fatti concreti e tangibili. Un fattore oggettivo, del resto, è che mentre le organizzazioni sindacali si battono per aumentare il salario minimo dei lavoratori a 10,10 dollari l’ora, lui abbia già fissato da tempo una retribuzione di partenza di 11,50 dollari per i suoi dipendenti, straordinari esclusi. L’ondata di scioperi, cominciata dal personale dei fast food, non investe quindi Costco. Anzi, il rivenditore viene sempre più spesso preso a modello di business responsabile e non soltanto perché Craig Jelinek ha dichiarato apertamente di sostenere il disegno di legge per l’adeguamento stipendiale. E, probabilmente, nemmeno perché guadagna ʻappenaʼ 4,83 milioni di dollari all’anno, contro i più sostanziosi 19,3 del ceo di Walmart, pari a ben 796 volte la busta paga media dei dipendenti.  Oltre a stipendi superiori, l’insegna elargisce una serie di benefit tutt’altro che scontanti, almeno per parte della concorrenza. Dall’assicurazione sanitaria per l’88% dei lavoratori, all’assenza di licenziamenti durante la fase acuta della crisi economica, fino alla chiusura dei supermercati nel Giorno del Ringraziamento, per consentire a tutti di trascorrerlo in famiglia.  A questi aspetti si aggiunge l’ampia possibilità di fare carriera interna. Non a caso, ben il 70% degli attuali responsabili di magazzino hanno cominciato con un impiego alla cassa, o come addetti alle pulizie. Dietro alla vision di Costco c’è sicuramente una filosofia societaria ben precisa, che fa della differenza con i vari competitor il vero punto di forza. Una dinamica riscontrabili nelle politiche di prezzo dei prodotti, così come nell’assenza di spese folli per le campagne pubblicitarie.

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