Amazon, i conti in rosso spaventano Wall Street

Il colosso di Seattle registra una perdita record nell’ultima trimestrale. Aumenta invece il fatturato, ma non basta a rasserenare gli investitori
Amazon, i conti in rosso spaventano Wall Street

In borsa non è mai stata come Apple. E i suoi investitori lo sanno bene, abituati a risultati raramente soddisfacenti, compensati però dalla fiducia incondizionata nelle capacità visionarie di Jeff Bezos. Stavolta, però, qualcosa potrebbe seriamente incrinarsi, soprattutto dopo la pubblicazione dell’ultima trimestrale, la peggiore degli ultimi quattordici anni. I conti di Amazon infatti sono ancora in profondo rosso, con una perdita netta addirittura di 437 milioni di dollari tra giugno e settembre. Una debacle dalle proporzioni inattese, che ha riportato il titolo a Wall Street al livello più basso da quasi un anno e mezzo, richiamando alla memoria lo spettro degli anni novanta, quando in pochi credevano ai progetti di espansione nell’ecommerce. Se quindi una rassicurazione importante arriva dall’aumento considerevole del fatturato complessivo, cominciano comunque ad addensarsi nubi minacciose sul futuro del colosso di Seattle. Sul banco degli imputati, del resto, sono finite proprio alcune delle più recenti iniziative promosse da Bezos. La più discussa riguarda certamente il lancio del Fire Phone di Amazon, in un mercato già estremamente affollato. C’è poi la corsa ai progetti di espansione, con migliaia di nuovi assunti ed enormi investimenti in tecnologia. Dall’ampliamento dei data center  alla diffusione del servizio di consegna in un giorno, fino al sistema di lettura delle carte di credito e di scansione degli alimenti. Servizi all’avanguardia, ma per gran parte destinati ai clienti già abbonati, che con 99 dollari l’anno hanno accesso a tutti i contenuti della piattaforma. L’ambizione del management societario, oltre allo sviluppo su scala internazionale della divisione Fresh, è insomma quella della di trasformare la società nella prima concorrente di Google. Prima ancora di competere direttamente con Big G, però, Amazon dovrà guardarsi alle spalle dalla crescita di Alibaba. E intanto le difficoltà arrivano anche dalla Germania, vero baricentro dell’attività in Europa, dove i dipendenti dei centri logistici hanno annunciato un’ondata di scioperi per ottenere un adeguamento salariale.

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