Cir Food entra nella ristorazione Expo

Alla coop reggiana la gestione dei punti di ristoro nelle aree di servizio, dove la società sperimenterà quattro nuovi concept di locale
Cir Food entra nella ristorazione Expo

Sarà Cir Food a gestire la ristorazione all’interno delle aree di servizio dell’Expo 2015. Dopo due gare andate deserte e una lunga scia di polemiche, la dirigenza dell’Esposizione Universale – il commissario governativo Giuseppe Sala in testa – hanno scelto di affidare la gestione dei 17 ristoranti (più un piccolo bar) alla grande cooperativa reggiana. Non è stato un percorso semplice, e lo si è ben compreso durante la conferenza stampa organizzata ieri per illustrare i termini dell’accordo.

Tutto ruota intorno al tempo: quello che non si poteva più perdere per assegnare la concessione e quello della durata dell’esposizione – sei mesi – che potrebbe essere insufficiente per rientrare degli investimenti e di tutte le altre spese che si generano per organizzare e gestire un complesso di attività di questo tipo. Ma il compromesso è stato trovato, ed è interessante per tutti e due gli attori. L’Expo si avvarrà di una società con una grande esperienza nella gestione di ristorazione con grandi numeri, mentre per Cir Food, che riceverà dagli organizzatori 7,5 milioni di euro a fondo perduto come contributo per l’allestimento dei locali, sarà l’occasione per testare quattro nuovi format che potranno essere riutilizzati per futuri piani di espansione commerciali.

Al di là delle attese di ricavi è forse questa la notizia più importante per la coop reggiana: “Tracce – Alla scoperta dei sapori”, ovvero il ristorante free flow; “Viavai” e “Let’s Toast”, i quick service restaurant; e “Chiccotosto” la caffetteria faranno il loro esordio all’Expo per poi essere lanciati fuori dall’esposizione milanese. Sono stati proprio la presidentessa Chiara Nasi e il direttore commerciale e marketing Giuliano Gallini a evidenziare il punto. Cir, nelle loro intenzioni, dovrà proporsi con questi format anche nella ristorazione di viaggio (autostrade, stazioni) entrando in concorrenza ad esempio con i colossi Autogrill e Cremonini, che hanno già un forte presidio. Ma anche le aree cittadine, dove la società reggiana ha già una presenza nella ristorazione commerciale, si potranno giovare di questi nuovi locali. Che potranno giovarsi, in questa fase di sviluppo del concept, di un test irripetibile qual è l’Expo con le sue milionarie attese di visitatori.

Cir ed Expo, nel predisporre il contratto (che potrebbe essere comunque impugnato al Tar) hanno ragionato su un incasso di 25 milioni di euro per raggiungere una redditività minima tale da non creare problemi economici dato che la società si avvarrà di 500 risorse, delle quali almeno 300 assunte ad hoc. Ma se le attese di 6/7 milioni di pasti servito (circa il 20/25% di tutto il totale somministrato nell’Expo) con uno scontrino medio di 8 euro saranno rispettate i ricavi potrebbero essere di una cinquantina di milioni di euro. Presumibilmente l’asticella si fermerà tra i due valori, anche se la società ha elaborato un worst case a 10 milioni di euro di fatturato.

Expo riceverà il 14% come royalties, valore che crescerà gradualmente fino al 21% al superamento di determinate soglie.

Per Giuseppe Sala si tratta di un accordo importante, “inserito in un sistema competitivo molto concorrenziale dove sono presenti anche Eataly, i chiostri, lo street food e i padiglioni dei Paesi partecipanti” nel quale la società reggiana ha scelto di giocare.

Secondo le stime, dei 26 milioni i pasti da preparare per i visitatori di Expo13 milioni saranno distribuiti nei giorni di picco (festività e weekend) in cui si attendono fino a 250mila visitatori al giorno. A fare la parte del leone sarà la pausa pranzo con il 65% dei pasti serviti, seguita dagli snack pomeridiani con il 17%, dalla cena con il 12% e infine le colazioni con il 6% dei pasti stimati totali. Nel complesso Cir food avrà un’attenzione particolare all’offerta anche per le allergie e le intolleranze.

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