McDonald’s, la Ue apre un’inchiesta fiscale

La Commissione europea crede che la società americana non paghi le tasse sui ristoranti in franchising grazie a un ruling con il Lussemburgo
McDonald’s, la Ue apre un’inchiesta fiscale

A quasi un anno dall’insediamento del nuovo amministratore delegato Steve Easterbrook, che sta tentando faticosamente di far risalire la china a McDonalds, una brutta tegola cade in testa alla società della grande “M”. La Commissione europea ha infatti aperto un’inchiesta sul gruppo americano per stabilire se abbia avuto un trattamento di favore dal Lussemburgo, sotto forma di un cosiddetto “tax ruling”, grazie al quale ha evitato il pagamento delle tasse sulle royalties prodotte in Europa, e quindi anche in Italia. Se fosse così, la società dovrà pagare una multa com’è successo a Starbucks in Olanda, perché questo trattamento è considerato lesivo della concorrenza. Chi non paga le giuste tasse ha spazi commerciali di azione più ampi.
Il meccanismo da indagare è questo: tutti i ristoranti europei (compresi quelli russi) in franchising pagano una royalty a McDonald’s Europe Franchising, una società lussemburghese che non avrebbe pagato tasse nel Granducato dal 2009, nonostante la Commissione sottolinei che la società produce enormi utili (250 milioni di euro solo nel 2013). Nella ricostruzione della Ue, questi profitti non tassati finiscono prima a una società svizzera e poi a una americana, ma né in Lussemburgo ne in America vengono di fatto tassati, contravvenendo ai principi cosiddetti sulla “doppia imposizione”. Il meccanismo con cui si eluderebbero le tasse poggia sulla definizione giuridica di “stabile organizzazione”, che McDonald’s avrebbe travisato solo col fine di ottenere un vantaggio in qualche modo certificato da due accordi del 2009 (ruling) col governo lussemburghese, allora presieduto da Jean Claude Junker adesso a capo della Commissione e attaccato per la cosiddetta vicenda che va sotto il nome di Luxleaks. Accordi che sarebbero fuori dalla cornice normativa dei trattati della Ue. Se le ipotesi dovessero essere confermate, la società potrebbe dover pagare una multa ma soprattutto potrebbe essere costretta a rivedere la sua organizzazione europea che adesso poggia sul Lussemburgo, con ricadute sul suo rapporto con i soci in franchising.

© Riproduzione riservata