Lavazza acquisisce il marchio francese Carte Noire

La società torinese finalizza per 700 milioni di euro l’operazione che rincorreva dall’estate dello scorso anno. Fatturato 2015 in crescita dell’8%
Lavazza acquisisce il marchio francese Carte Noire

Dopo una lunga gestazione Lavazza ha chiuso l’acquisizione del marchio
francese di caffè Carte Noire, titolare di un 20% del mercato retail
d’Oltralpe. Il gruppo torinese, che era entrato in contrattazioni
esclusive nello scorso luglio con il neonato gigante con quartier generale in Olanda Jacob Douwe Egberts pagherà 700 milioni di euro per le attività acquisite, di cui 400 milioni prestati da un pool di quattro banche (Intesa Sp, Bnl-Bnp Paribas, Rabobank e Unicredit). Oggetto dell’acquisizione sono i
marchi e le attività di Carte Noire in Europa. L’accordo include anche
la licenza di 5 anni del marchio Senseo in Austria, come richiesto
peraltro dall’Antitrust europea per dare il via libera alla creazione
della società venditrice.

OTTIMA INTEGRAZIONE IN FRANCIA – “L’acquisizione di Carte Noir da parte di Lavazza unisce due aziende che sono simili per storia, per livello
di immagine e cultura della qualità – ha commentato Antonio Baravalle,
amministratore delegato di Lavazza -. Allo stesso tempo, la
complementarietà dei rispettivi segmenti di consumo, che vede Lavazza
tra i marchi leader in Francia nel mercato fuori casa e Carte Noir in
quello domestico, apre la strada a grandi potenzialità di sviluppo”.

RICAVI 2015 IN CRESCITA – Nel 2015 Lavazza ha visto crescere il suo
fatturato del +8% a 1,4 miliardi di euro, con una quota prodotta
all’estero che ha raggiunto il 55 per cento. Nel corso dell’esercizio,
secondo quanto detto da Baravalle, la crescita del gruppo italiano è
avvenuta soprattutto all’estero: negli Usa (+20%), in Uk (+19%), in
Germania (+11%) e in Francia (+10%). La società potrebbe mettere a
segno anche altri colpi all’interno di un mercato mondiale che sta
andando verso una grossa concentrazione, come dimostra l’operazione
del proprietario di Jacob Douwe Egberts con Keurig.”Siamo molto più liquidi – ha precisato Baravalle – di quel che si può dedurre con la recente operazione”. Grazie anche alla passata cessione, per 850 milioni di euro, della quota in Keurig.

© Riproduzione riservata