L’imperativo è ‘call to action’ a Linkontro Nielsen

Il consumatore è stato al centro dell’evento annuale che ha chiamato a raccolta 230 imprese del largo consumo
L’imperativo è ‘call to action’ a Linkontro Nielsen

Per industria e distribuzione è il momento di agire, prendendo atto del cambiamento di scenario dettato da un nuovo contesto omnichannel e rimettendo al centro delle strategie il consumatore. È stato questo il filo conduttore dell’edizione 2016 de Linkontro organizzato da Nielsen al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula, che ha chiamato a raccolta 230 aziende del largo consumo per un totale di 550 partecipanti. “Siamo molto contenti – ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen –, l’ampia adesione dimostra che questo evento nel tempo raccoglie sempre maggiore interesse e che i temi trattati sono di stretta attualità“. Nei tre giorni di lavori si sono susseguiti sul palco gli interventi dei vari relatori accompagnati dal claim ‘Call to action’, un invito all’azione non più rinviabile per favorire la ripresa di investimenti e consumi. Come punto di partenza una buona notizia, la crescita dell’indice di fiducia dei consumatori italiani nei primi tre mesi del 2016, registrata da Nielsen, pari a 59, due punti in più rispetto al primo trimestre del 2015. Scende di ben 9 punti percentuali, poi, il numero di chi si ritiene preoccupato della propria posizione lavorativa. E cresce chi ritiene il presente il momento giusto per fare nuovi acquisti. E ad acquistare è un consumatore, sempre più evoluto e ‘connesso’ con nuove abitudini ed esigenze. “Una sfida importante arriva dal cambiamento delle abitudini d’acquisto dei giovani, perché è dai loro consumi che si possono desumere le linee di sviluppo future – prosegue Fantasia – La call to action, in particolare, è una chiamata all’azione nell’intercettare le nuove tendenze per soddisfare le esigenze in evoluzione dei consumatori, soprattutto degli under 44. Naturalmente è indispensabile un approccio al cliente integrato, che superi la divisione tra fisico e virtuale, ancora spesso considerati due categorie a sé stanti”. Trade e industria sono quindi chiamati alla sfida digitale, ridefinendo le regole del gioco. “L’e-commerce ci costringe a modificare l’offerta – ha dichiarato Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes – e ci impone di rivedere la negoziazione tra industria e Gdo, ormai paleolitica”. In che modo? Attraverso un modello collaborativo. L’importanza della condivisione della responsabilità per creare valore è stata sottolineata da Vitaliy Novikov, general manager di Coca-Cola Hbc, intervistato da Maria Cristina Alfieri, direttore responsabile di Food: “La partnership tra industria e trade va estesa alla capacità di assumersi quei rischi che risultano necessari quando qualcosa non funziona e richiede di intraprendere una diversa direzione”.

COOP, PARTE IL RILANCIO DELLA MARCA PRIVATA – Punta sulla trasparenza la strategia di Coop per stabilire una relazione di fiducia con il consumatore. “Il livello di fedeltà ai brand si è ridotto – ha dichiarato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, intervistato da Maria Cristina Alfieri –. Per conquistare il consumatore industria e distribuzione devono avere il coraggio di esprimere la propria soggettività. Da parte nostra stiamo rilanciando il nostro portafoglio a marchio puntando sulla trasparenza. (come dimostra la campagna per la legalità o la scelta di eliminare l’olio di palma dalla private label Coop, ndr.). L’obiettivo è competere alla pari con l’industria di marca”. Pedroni ha colto l’occasione per anticipare il progetto della catena sulla marca privata che sarà operativo da fine estate, coinvolgerà grocery e petfood e punta a far salire la quota del marchio al 30% per un fatturato di 2,5 miliardi di euro.

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