Olio d’oliva: vendite +1,4%, prezzi +4%

Olio d’oliva: vendite +1,4%, prezzi +4%

Dal 1990, la produzione mondiale di olio d’oliva è cresciuta mediamente del 2,3% all’anno. E in base alle previsioni, nel 2010/2011 dovrebbe sfiorare i 3 milioni di tonnellate. L’Unione europea registra una produzione intorno ai 2,1 milioni di tonnellate, in calo del 6% rispetto all’annata precedente. La Spagna copre una quota del 55% del totale, con una produzione pari a circa 1,2 milioni di tonnellate. L’Italia con circa 550mila tonnellate copre una quota del 25% della produzione comunitaria, mentre la Grecia – terzo Paese produttore – dovrebbe registrare un incremento produttivo del 15% rispetto al 2010, attestandosi su un livello di circa 336 mila tonnellate.
Sono alcune delle anticipazioni dello scenario economico di Unaprol predisposto dall’osservatorio economico in occasione dell’assemblea del consorzio olivicolo italiano convocata per gli adempimenti statutari.
Dal rapporto emerge inoltre che, tra gli altri Paesi del Mediterraneo, la Turchia dovrebbe attestarsi su 160mila tonnellate di prodotto, mentre è attesa una contrazione del 20% per la Tunisia che dovrebbe scendere a 120 mila tonnellate. Aumenta del 29% invece la produzione in Siria. Cala del 6% in Marocco, con un produzione di circa 150mila tonnellate, mentre l’Algeria vede la sua produzione più che raddoppiata rispetto alla scorsa annata, con un livello che raggiunge 50mila tonnellate circa.
Da segnalare, infine, la progressiva crescita della produzione australiana con circa 18mila tonnellate: “A conferma – commenta Massimo Gargano, presidente di Unaprol – che la produzione d’olio d’oliva nel mondo è trainata da una domanda che continua a espandersi in tutti i continenti”.
In Italia la filiera produttiva dell’olio d’oliva si concentra per il 90% nelle regioni meridionali: il peso nella produzione ai prezzi di base dell’intero settore agricolo è del 4% mentre, il fatturato registrato dalla sola industria dell’olio d’oliva è di circa il 3% rispetto a quella del totale agroalimentare. L’Italia, negli scambi con l’estero, si conferma ancora una volta importatore netto: nonostante ciò, la spesa per olio di oliva e sansa rappresenta il 4% del valore dell’import di prodotti agroalimentari e, contemporaneamente, le vendite costituiscono il 5% dell’export complessivo di settore.
Nel 2010 sono stati venduti in Italia più di 215 milioni di litri di olio, per un valore di 859 milioni di euro con un incremento dell’1,4% rispetto al 2009. L’extravergine è la categoria più venduta con il 72% del fatturato e 155 milioni di litri, mentre sullo stesso livello si attestano l’olio di oliva con il 14% e l’olio con il marchio “100% italiano” con un quota del 12 per cento.
In Italia vi sono attualmente 17.632 aziende che certificano oli dop con un superficie investita pari a 84.512 ettari. Le classifica delle regioni più virtuose per le dop sono la Toscana con il 65% delle superfici olivicole sul totale nazionale (60% in termini di aziende). Seguono Puglia e Sicilia con il 7% e Lazio e Umbria con il 5%.
A livello internazionale, infine, l’Italia rappresenta il 26% del totale delle superfici coltivate secondo il metodo biologico. Di queste, l’8% riguarda la superficie investita a oliveto, pari a 86mila ettari della superficie agricola utilizzata biologica italiana. La superficie olivicola biologica risulta concentrata per oltre il 75% al Sud: le regioni più virtuose in questo campo sono: Puglia (27%), Calabria (25%) e Sicilia (11%). Nel 2010, infine, prezzi in leggero rialzo. L’aumento medio è stato del 4% rispetto al 2009.

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