Parmalat, slitta al 28 giugno l’assemblea degli azionisti

Parmalat, slitta al 28 giugno l’assemblea degli azionisti

Con sette voti a favore e due contrari – di Andrea Guerra (ad di Luxottica) e di Marco De Benedetti (managing director di Carlyle Europe) –, il consiglio di amministrazione di Parmalat ha approvato lo scorso venerdì 1° aprile il rinvio dell’assemblea dalla data già fissata del 14 aprile a quella del 28 giugno. Giovedì sera, alla vigilia della riunione del cda Parmalat convocato per valutare l’ipotesi di rinvio dell’assemblea – di 180 giorni secondo lo statuto del gruppo di Collecchio, che riprende quello del codice civile –, i legali di Lactalis avevano fatto pervenire al presidente Raffaele Picella e ai consiglieri una lettera in cui si richiedeva di evitare lo slittamento dell’assemblea perché, a loro parere, “nessuna incertezza potrà determinarsi alla già convocata assemblea per questioni antitrust”. La seconda motivazione, di carattere più tecnico, è che per lo statuto Parmalat il 1° aprile, giorno di deposito delle azioni, sarebbe stato l’ultimo momento utile per convocare l’assemblea con la pubblicazione sugli organi di stampa. Dopo il reinvio,  Lactalis, con una nota, ha comunicato il proprio “sconcerto per la decisione illegittima e priva di motivazioni presa dal consiglio di amministrazione di Parmalat in merito al rinvio dell’assemblea degli azionisti della società”, ricordando comunque “la qualità e la validità del proprio piano industriale di lungo periodo, che è a beneficio di tutti gli azionisti e stakeholder di Parmalat” e dichiarandosi aperta “al confronto con gli azionisti e con tutti quei soggetti che intendono contribuire allo sviluppo di Parmalat”. Al cda del gruppo di Collecchio è pervenuta anche una lettera di Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo), Mediobanca e UniCredit, disponibili a prestare assistenza come advisory ed eventualmente come finanziatori, ma non a entrare nel capitale di Collecchio. Resta aperta la questione della cordata tricolore interessata a mantenere in Italia il controllo del gruppo lattiero-caseario parmense: tra i partner industriali, a parte il nome di Granarolo, non ci sono altre conferme di rilievo.

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