La Doria, ricavi a +6% nel 2011

La Doria, ricavi a +6% nel 2011

Migliorano i conti 2001 per La Doria, big player dei derivati del pomodoro, legumi e succhi di frutta a marchio della gdo: dal Resoconto intermedio di gestione, risulta che il trimestre luglio-settembre 2011 ha evidenziato un notevole miglioramento della redditività rispetto al primo semestre 2011, grazie al forte recupero dei volumi di vendita dei derivati del pomodoro, e all’ulteriore crescita dei volumi dei legumi in scatola, succhi di frutta e prodotti commercializzati
dalla controllata inglese LDH.
Rispetto allo stesso trimestre del 2010, il terzo trimestre 2011 evidenzia una leggera flessione della redditività operativa, dovuta ai maggiori costi di produzione sostenuti durante la campagna estiva di trasformazione del pomodoro.
I risultati progressivi al 30 settembre, migliori delle previsioni – come spiega la nota stampa dell’azienda – mostrano una riduzione rispetto ai primi nove mesi del 2010 poiché scontano il difficile scenario che ha caratterizzato il settore del pomodoro, fortemente penalizzato, nei primi sette-otto mesi dell’anno, dal sensibile calo dei prezzi di vendita, imputabile alla sovrapproduzione degli anni precedenti, calo che si è tradotto in una compressione della marginalità dell’industria conserviera.
“I risultati realizzati nel terzo trimestre 2011 – afferma Antonio Ferraioli, ad di La Doria – sebbene inferiori all’analogo periodo dell’esercizio precedente, rappresentano un’inversione di tendenza rispetto all’andamento del primo semestre e sono da considerarsi senza dubbio apprezzabili, poiché realizzati in una difficile congiuntura economica e di settore. Nonostante la marcata debolezza dei consumi alimentari, la società è riuscita ad aumentare i volumi di vendita raggiungendo un apprezzabile livello di marginalità anche grazie al sempre più spinto miglioramento dell’efficienza a tutti i livelli aziendali”.
Nei primi nove mesi del 2011 i ricavi totali consolidati si sono attestati a 353,1 milioni di euro, +6% rispetto ai 332,8 milioni dei primi nove mesi del 2010.
A parità di cambio di conversione del fatturato della controllata inglese LDH, il fatturato consolidato ammonterebbe a 356,5 milioni di euro (+7% rispetto al 2010). Il fatturato del gruppo è stato generato nel settore dei derivati del pomodoro (26,3%), succhi di frutta (19,5%), legumi (23,9%) e altre vendite (30,4%). Oltre il 90% del fatturato de La Doria viene generato attraverso il segmento delle private label, con clienti come Carrefour, Auchan, Selex e Conad in Italia e Tesco, Sainsbury, Waitrose all’estero.
Il margine operativo lordo (ebitda) è stato di 21,3 milioni di euro contro i 30,8 milioni dei primi nove mesi del 2010, mentre il risultato operativo netto (ebit), che ammonta a 13 milioni di euro, contro 22,1 milioni dei primi nove mesi 2010. L’utile netto consolidato è stato pari a 7,1 milioni di euro rispetto ai 10,9 milioni al 30 settembre 2010, mentre la parte di pertinenza di terzi è stata pari a 3,3 milioni di euro (1,8 milioni al 30 settembre 2010).
Per il 2011, l’azienda salernitana prevede un aumento del fatturato consolidato derivante dall’incremento dei volumi di vendita e una redditività in riduzione rispetto al 2010 a causa della difficile congiuntura del mercato conserviero e, in particolare, della discesa dei prezzi di vendita dei derivati del pomodoro.
Gli ultimi mesi del 2011, comunque, dovrebbero beneficiare della ripresa dei listini prezzi della linea rossa poiché saranno positivamente influenzati dall’andamento della campagna estiva di trasformazione del pomodoro 2011 che produrrà i suoi effetti soprattutto nel 2012. Secondo il management dell’azienda, il calo della produzione nazionale – pari al –3% rispetto al 2010 e al –5,6% rispetto alla media del triennio 2008-2010, ha riequilibrato il mercato, innescando un forte recupero dei prezzi, superiore al pur marcato incremento dei costi di produzione del “rosso”, derivante principalmente dal notevole aumento del costo del pomodoro fresco.
La riduzione della produzione italiana di pomodoro è in parte ascrivibile alla nuova riforma comunitaria dell’Ocm-ortofrutta, entrata a regime proprio con la campagna di trasformazione dell’estate 2011. Tale riforma prevede l’erogazione di contributi agli agricoltori indipendentemente dal tipo di coltura e non più, come accaduto fino allo scorso anno, in funzione della quantità di pomodoro coltivato.
Nel medio periodo, la riforma dovrebbe portare a un maggiore equilibrio, su base strutturale, tra domanda e offerta di materia prima, a seguito del contenimento delle superfici piantate a pomodoro, riducendo, di fatto, le eccedenze produttive del passato, causa delle forti pressioni sui prezzi di vendita dei prodotti finiti e della compressione della marginalità dell’industria conserviera.

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