A Barilla e Carlsberg Italia il premio nazionale innovazione

A Barilla e Carlsberg Italia il premio nazionale innovazione

Nella 4a Giornata nazionale dell’innovazione – istituita nel 2008 dal Governo italiano per valorizzare le migliori capacità innovative e creative di aziende, università, amministrazioni pubbliche, enti o singoli ideatori e favorire la crescita della cultura dell’innovazione nel Paese – due sono le aziende del food & drink – Barilla e Carlsberg Italia – insignite del Premio dei Premi, assegnato complessivamente a 38 realtà che nell’ultimo anno si sono distinte per progetti innovativi, start up, novità di prodotto o di processo.
Dopo il riconoscimento per l’innovazione di prodotto ricevuto nel 2011, Barilla è stata nuovamente insignita del premio per “Made in Barilla”: un progetto lanciato nel 2010 dall’unità Group Supply Chain con l’obiettivo di migliorare la qualità, l’efficienza e la sicurezza dei processi produttivi degli stabilimenti, creando un modello di produzione comune in tutto il mondo.
I contenuti del progetto ruotano attorno a 15 diverse aree tra cui People management and development, Continuous improvement e technical area processes, Health, Safety environment and energy, Quality and food safety. La peculiarità del progetto si riferisce principalmente allo sviluppo totalmente interno di linee guida e modelli, mettendo a fattor comune le migliori esperienze aziendali dei diversi Paesi in cui opera il gruppo Barilla.
“Siamo oggi in grado di mettere a fattor comune tutta l’esperienza di 24 stabilimenti – dichiara Antonio Copercini, direttore Supply Chain del gruppo Barilla e principale promotore del progetto, in una nota stampa – che parlano lo stesso linguaggio e utilizzano gli stessi sistemi per affrontare temi che coinvolgono dalla qualità e sicurezza dei prodotti al miglioramento continuo, dalla manutenzione al coinvolgimento attivo delle persone nel lavoro”. L’idea di sviluppare dall’interno il nuovo modello ha prodotto notevoli vantaggi, sia nel creare una solida rete relazionale interna che nel rafforzare il senso di coinvolgimento e appartenenza delle persone che lavorano in Barilla a livello internazionale. Sono inoltre state erogate oltre 700 ore di formazione per il personale produttivo e manutentivo, che hanno contribuito a migliorare in maniera significativa le prestazioni di efficienza degli impianti.
Carlsberg Italia è stata premiata per il nuovo sistema di spillatura Modular 20 che permette di offrire una birra di qualità, garantendo nel contempo ricadute positive sull’emissione di CO₂, sui trasporti e sull’impiego di risorse.
“DraughtMaster Modular 20 – spiega Alberto Frausin, amministratore delegato di Carlsberg Italia – è una tecnologia che Carlsberg Italia ha sviluppato in anteprima mondiale, grazie anche alla creazione di una filiera nazionale in termini tecnologici e logistici. Oggi siamo particolarmente orgogliosi che sia proprio Carlsberg in Italia a guidare questo processo di cambiamento, assumendo una leadership di grande responsabilità e importanza che ha portato a cambiare le regole del gioco nel mercato italiano e che, nel prossimo futuro, avrà ripercussioni a livello internazionale”,
Grazie alla tecnologia sviluppata da Carlsberg Italia, la birra non è più contenuta nei tradizionali fusti di acciaio, ma in fusti in Pet totalmente riciclabili, ideati e realizzati da Carlsberg, che permettono un’innovativa spillatura senza CO₂ aggiunta.
Dallo studio comparativo tra l’utilizzo dei fusti in Pet e i fusti in acciaio che Carlsberg Italia ha effettuato in collaborazione con Iefe Bocconi, è emerso come il sistema DraughtMaster Modular20 risulti meno impattante rispetto alla soluzione tradizionale in termini di risparmio di:
· 19% di consumi energetici
· 28% di emissioni di CO2 (potenziale di riscaldamento globale)
· 29% di rifiuti generati
· 46% di rifiuti pericolosi generati

Dai calcoli effettuati sulla città di Roma, grazie ai locali che hanno già adottato il nuovo sistema di spillatura, è infatti stato possibile risparmiare una quantità di CO₂ equivalente a quella assorbita da una superficie coltivata ad alberi pari a 6,2 volte quella di piazza San Pietro.

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