Pane artigianale, i trend di consumo in Italia

Pane artigianale, i trend di consumo in Italia

Un piacere quotidiano, più che una necessità alimentare, almeno per un terzo degli italiani. Il pane resta un alimento principe sulle tavole degli italiani, ma anche sulle scrivanie dell’ufficio o negli spazi ‘host’ dei panifici stessi: lo conferma una ricerca Swg, commissionata da Veronafiere per Siab, il salone dedicato alle tecnologie e ai prodotti legati a pane, pasta, pizza, pasticceria, in programma a Verona dal 25 al 29 maggio 2013.
Lo studio ha coinvolto consumatori, panificatori e imprese della filiera (dai produttori di materie prime ai costruttori di attrezzature, tecnologie, materiali e accessori specifici per l’arte bianca), per comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato della panificazione e degli spazi di riposizionamento, delle priorità e aspettative di settore, delle strategie più utili a consolidare gli spazi di mercato.
Il pane mantiene il suo forte appeal e regge alcuni cambiamenti delle abitudini degli italiani, come ad esempio l’aumento dei pasti fuori casa. E i consumi medi settimanali sono passati da 496 a 500 grammi.
Puntare su artigianalità, qualità, specializzazione. La strada ai panificatori la indicano i consumatori intervistati (un campione di 800 maggiorenni residenti in Italia). “Specializzarsi e soprattutto differenziarsi da altre tipologie industriali è obbligatorio – ricorda Fabiana Vidoz, direttore di Swg, nella nota stampa di presentazione del Siab e dell’indagine – Nello specifico, il 63% dei consumatori valuta molto utile l’introduzione della denominazione ‘pane fresco’ per il pane prodotto in giornata e non sottoposto a trattamenti di conservazione; più della metà degli intervistati (52%) vede negativamente l’aggiunta di additivi e di miglioratori nella preparazione di prodotti da forno dolci e salati”.
La riorganizzazione del settore della panificazione artigianale deve tenere conto dell’aumento del consumo alimentare fuoricasa nel corso della settimana: elemento che accomuna il 63% degli intervistati, mentre nel 2007 erano il 46 per cento.
Si consuma di più, rispetto a cinque anni fa, in pizzeria (passata dal 18 al 21%) e al bar, passato dal 9 al 13%, mentre il ristorante e la trattoria sono sostanzialmente stabili al 21 per cento.
Si rafforza il ruolo del panificio. Il 7% degli italiani lo sceglie abitualmente (mangiano in panificio più o meno spesso) per un pasto rapido ed è una tappa frequente per un rimanente 12% (che sceglie il panificio saltuariamente). I motivi? Un connubio vincente fra qualità e minore spesa, con un risparmio medio a pasto di 2,92 euro.
A dare una forte spinta all’acquisto è la percezione della qualità dell’offerta. Siano essi prodotti da forno dolci o salati, il panificio artigianale offre prodotti più buoni (40% sui prodotti dolci, 54% sui salati), più freschi (39% se dolci, 44% se salati) e più genuini (29% se dolci, 26% se salati).

© Riproduzione riservata