Perugina, più investimenti e patto di solidarietà

Perugina, più investimenti e patto di solidarietà

Nonostante San Valentino, sono tempi duri anche per uno dei brand-simbolo del cioccolato italiano: Perugina, dal 1988 entrato nel portfolio del gruppo Nestlé. Nella storica unità produttiva di San Sisto (Pg), è stato raggiunto un accordo sul contratto di solidarietà in Perugina tra i rappresentanti della multinazionale di Vevey, le organizzazioni sindacali di categoria e la Rsu dello stabilimento perugino. L’accordo dovrebbe essere ratificato oggi dall’assemblea dei dipendenti.
“L’estate scorsa – affermano Sara Palazzoli, Dario Bruschi e Daniele Marcaccioli per Flai, Fai e Uila dell’Umbria in una nota stampa congiunta – la multinazionale ci aveva proposto una soluzione inaccettabile per i problemi della fabbrica, come il patto generazionale (scambio padre-figli) e il ‘sei x sei’. Oggi invece si è fatto un accordo nuovo e significativo sulla gestione della curva bassa”. Un accordo per “tamponare la crisi dei consumi in Italia e mettere le basi per ripartire, non appena il mercato si riprenderà”, come spiegano i sindacati. Più precisamente, è prevista una riduzione d’orario (limitata al periodo di curva bassa) per tutti i lavoratori, che dovrebbe permettere di gestire questa fase difficile e programmare una ripresa dei volumi che si dovrà agganciare all’uscita dalla crisi.
Accanto all’accordo di solidarietà, l’azienda ha presentato anche un piano di investimenti per il 2013, volto a portare maggiori volumi a San Sisto e a rafforzare il marchio Perugina. “Manterremo la massima attenzione sulla gestione dell’accordo – concludono Flai, Fai e Uila – attraverso incontri mensili che la Rsu terrà con la proprietà e continueremo a chiedere al management di Nestlé di aumentare il lavoro a Perugia”. “Sottoporremo al giudizio dei lavoratori questo accordo – aggiunge Michele Greco, coordinatore della Rsu Perugina, nella nota sindacale – che, come Rsu, valutiamo positivamente nel contesto di crisi che abbiamo di fronte, perché s’inserisce in un percorso che vede il sindacato sempre più protagonista nelle scelte strategiche e di gestione dell’azienda. Stiamo costruendo un modello di relazioni industriali nuovo per il nostro Paese, in cui i lavoratori, attraverso le loro rappresentanze, possono essere protagonisti con un ruolo di controllo e cogestione. Su questo sfidiamo Nestlè, consapevoli del fatto che tutti saremo chiamati a fare sacrifici, ma con l’obiettivo di conquistare nuovi volumi e nuove produzioni, rivendicando un posto, come lavoratori, nella stanza dei bottoni. La solidarietà non è una semplice cassa integrazione subita passivamente, ma è uno strumento che gestiamo insieme all’azienda, con il primo risultato tangibile di aver mantenuto a Perugia produzioni importanti, che rischiavano di essere trasferite altrove”.

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