Codice a barre, 40 anni di vita (e di lavoro)

Codice a barre, 40 anni di vita (e di lavoro)

Come il cellulare, anche il codice a barre – ormai presente su tutti i prodotti di largo consumo del mondo – festeggia nel 2013 i suoi primi 40 anni.
Nel 1973, infatti, le aziende leader del fast moving consumer goods si accordarono per utilizzare un unico standard per l’identificazione dei prodotti, oggi noto come il “codice a barre GS1”. Un’idea pratica nata dalla collaborazione tra imprese, che ha dato vita a un linguaggio globale che rende possibile ed efficiente il commercio mondiale.
Un anno dopo, un codice a barre GS1 venne scansionato per la prima volta alla cassa di un supermercato: era il 26 giugno 1974, alle 8:01, nel punto vendita Marsh di Troy, nell’Ohio (Stati Uniti).
Oggi, oltre 5 miliardi di prodotti vengono scansionati ogni giorno in tutto il mondo.
Nel corso degli ultimi quarant’anni (vedi qui le tappe storiche del bar code), le soluzioni di identificazione GS1 sono diventate un fondamento per i processi di business per quasi 2 milioni di imprese, che consentono di parlare un linguaggio comune che connette le aziende oltre i confini geografici e culturali, e permette anche di sfruttare il potere dell’informazione per migliorare la vita delle persone in tutto il mondo.
Il codice a barre è nato anche a vantaggio dei consumatori: introdotto per facilitare il check-out alle casse dei supermercati, permette anche di ridurre gli errori di immissione dei dati e il tempo di attesa. Per le imprese è diventato uno strumento utile per monitorare efficacemente gli stock e i flussi dei punti vendita e offrire un servizio migliore ai clienti, che può tradursi in incrementi di vendite.
Lo studio “17 miliardi di motivi per dire grazie” condotto in Francia da Vineet Garg, Charles Johnes e Christopher Sheedy ha rivelato che i codici a barre producono un risparmio annuale pari al 6,59% del fatturato. Tra gli aspetti interessanti, va ricordato che il codice a barre GS1 non contiene il prezzo del prodotto: le linee e le barre identificano solamente l’oggetto e forniscono informazioni come il Paese d’origine, il numero di lotto, il numero seriale e la data di scadenza.
È stato statisticamente dimostrato che la digitazione manuale produce un errore ogni 300 battute: invece, la probabilità di errore nella lettura a scanner di un codice a barre si colloca tra 1 su un milione e 1 su 4.000 miliardi. Inoltre, gli scanner laser per la lettura di codici a barre operano a una velocità tra le 40 e le 200 scansioni al secondo.
Il sistema globale degli standard GS1 ha reso inoltre possibile una supply chain efficiente: dalla tracciabilità all’approvvigionamento automatico degli scaffali dei punti vendita, fino all’ottimizzazione dei processi di import-export.
GS1 è un’organizzazione neutrale e no profit presente in 150 Paesi, per supportare la collaborazione tra partner commerciali attraverso un sistema di standard mondiali.
“GS1 – afferma Miguel Lopera, presidente e ceo di GS1 in una nota ufficiale – ha rivestito un ruolo di primo piano nella definizione dello scenario del mercato mondiale durante questi ultimi 40 anni grazie ai suoi leader visionari che hanno riconosciuto l’enorme potenziale della collaborazione nel settore degli standard, reso possibile dal codice a barre per l’intera supply chain” .

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