Spot, lo humor nero che piace agli inglesi/1

Spot, lo humor nero che piace agli inglesi/1

Ha preso il via sul numero di aprile di Food una nuova rubrica, Visti da LoRo, dedicata ai più interessanti spot internazionali scelti e commentati da Roberto Scotti e Lorenzo Zordan, creativi dell’agenzia LoRo. Insieme al link per visionare direttamente lo spot, pubblichiamo il testo del commento di Scotti e Zordan a proposito del commercial lanciato da Paxo, azienda inglese d’insaporitori.

Riuscite a immaginare uno spot natalizio senza tavola imbandita, nonni sorridenti, palle di vetro rilucenti, regali, baci, abbracci, buoni sentimenti? Allora guardate questo spot inglese andato in onda lo scorso Natale per pubblicizzare gli insaporitori Paxo: tutt’altro che un marchio bisognoso di pubblicità risqué per farsi notare, visto che è sul mercato dal 1901, e condisce i classicissimi tacchini di Natale da 111 anni.
Un uomo vestito da tacchino sta arringando una folla di tacchini autentici, chiamandoli “fratelli e sorelle”. E i tacchini rispondono, dando l’impressione di essere fragorosamente d’accordo con l’oratore. Non è un trucco: a quanto pare i tacchini, se ci si rivolge loro gridando, a loro volta gloglottano in risposta (il verso dei tacchini, dice lo Zanichelli, si chiama ‘gloglottio’).
Sfruttando questo fenomeno naturale ma esilarante, i creativi della McCann di Londra hanno ideato un film non solo pieno di humor, ma di humor ‘nero’, assolutamente antinatalizio. Infatti, l’oratore travestito da tacchino sta proclamando agli estasiati animali che la storia del pranzo di Natale a base di carne di tacchino è una balla. Non è vero che il tacchino è la portata principale: è in realtà l’ospite principale alle tavole natalizie, e via ad elencare tutte le delizie che i tacchini potranno assaporare a Natale.
Con lo stesso genere di umorismo, la Paxo ha fatto sapere sul proprio sito che nessun tacchino è stato maltrattato durante le riprese, ma che tutti sono stati macellati la settimana dopo. A quanto pare, per le famiglie inglesi, non c’è niente di male che un marchio tradizionale, alimentare, familiare e natalizio regali una bella (e cattiva) risata. Se a noi sembra strano, basta notare che il termine ‘humor’ non ha traduzione precisa in italiano, e che ‘dark humor’ non ci fa pensare a un modo cinico di fare dello spirito, ma semplicemente a una pessima disposizione d’animo.
Roberto Scotti e Lorenzo Zordan, unodiloro@gmail.com

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