Quando lo spot racconta (bene) la banalità/2

Quando lo spot racconta (bene) la banalità/2

Anche sul numero di giugno di Food la rubrica Visti da LoRo è dedicata ai più interessanti spot internazionali, scelti e commentati da Roberto Scotti e Lorenzo Zordan, creativi dell’agenzia LoRo. Insieme al link per visionare direttamente lo spot, pubblichiamo il testo del commento di Scotti e Zordan a proposito del commercial lanciato da Anchor, azienda lattiero-casearia neozelandese.

Se ci fosse l’automobile che va ad acqua invece che a benzina, non ci sarebbe bisogno di farle pubblicità. Questo dicevano, a noi imberbi aspiranti creativi, i tutor d’agenzia di qualche anno fa. Ovviamente l’esempio era un caso-limite: con una promessa così rivoluzionaria, con un’idea di prodotto così risolutiva, a cosa serve l’idea creativa (e anche l’investimento pubblicitario in sé)? Tanto, ne parlerà tutto il mondo, e le folle accorreranno spontaneamente. Notiamo tra parentesi che il caso-limite è probabilmente divenuto realtà: non con l’auto ad acqua, ma con il Viagra.
Ma la riflessione di oggi è un’altra: cosa succede quando si presenta il caso opposto? Ossia, quando abbiamo un prodotto molto semplice, per niente innovativo, e con una promessa banale o marginale?
Abbiamo qui davanti a noi un caso in cui la creatività ha saputo esprimersi in modo eccellente partendo da un prodotto che più ‘basico’ non si può: il latte. E che si trova a dover gestire una caratteristica di prodotto a dir poco accessoria: “La confezione del latte non fa passare la luce”.
Verdi pascoli sono un set più che prevedibile per uno spot sul latte. Protagonista è una mandria di mucche. Vi sembra ancora più ovvio, dato che il prodotto è il latte? Aspettate di vedere il film: scoprirete che l’agenzia Colenso Bbdo/Proximity si è inventata le mucche di vetro. La mandria se ne sta placida sul prato, ma appena sorge il sole, tutte le mucche scappano tintinnando per mettersi all’ombra dei rari alberi e covoni. “Se il latte fosse fatto per vedere la luce, le mucche non dovrebbero essere trasparenti?” si chiede la voce fuori campo. Ma dato che il latte va protetto dalla luce, ecco che Anchor, azienda neozelandese, lancia l’unica bottiglia per il latte 100% light-proof.
Non sappiamo quanto sia davvero innovativa questa confezione rispetto per esempio al tetrapak. Ma la campagna è deliziosa, e sostanzia in maniera sorprendente e convincente la promessa.
Mucche trasparenti: non solo grande creatività, ma anche la fortuna di lavorare in un posto in cui nessuno è saltato su a dire, per esempio, che le mucche sono pezzate.
Ma siamo in Nuova Zelanda: ed è il mondo al contrario.
Roberto Scotti e Lorenzo Zordan, unodiloro@gmail.com

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