Ismea, l’industria alimentare è la più eco-efficiente

Ismea, l’industria alimentare è la più eco-efficiente

Il focus del secondo numero di AgrOsserva, l’Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano è stato dedicato al tema della gestione dei rifiuti nell’agroalimentare, dal quale si evince una crescente eco-efficienza dell’industria alimentare e delle bevande, testimoniata da un calo della produzione di rifiuti nel settore e da un aumento della propensione ad avviarli in filiere del recupero.

Negli ultimi anni si rileva infatti una diminuzione dei rifiuti prodotti in totale (-23,1% nel quadriennio 2008-2011) e della produzione di rifiuti per unità di valore aggiunto generato dal settore (-11,9% nel triennio 2008-2010). Aumentando il dettaglio nella classificazione settoriale, emerge che la diminuzione complessiva registrata nel quadriennio dal 2008 al 2011 è dovuta per oltre l’80% a tre gruppi di attività: la produzione di altri prodotti alimentari (-177mila t), l’industria lattiero-casearia (-120mila t) e l’industria delle bevande (-95mila t).

Nel 2010 la quota di rifiuti avviati a recupero dalle imprese del settore alimentare e bevande si attesta al 79,3% e di quelli avviati a smaltimento al 20,7%. Il livello di recupero più alto è associato ai rifiuti da raffinazione dello zucchero: 99,2% del totale avviato a gestione, ai quali seguono i rifiuti dell’ortofrutticolo con l’80,9% e quelli della lavorazione di carne e pesce con il 78,5%; si registra, invece, il livello più basso in corrispondenza dei rifiuti da trattamenti lattiero-caseari, indirizzati a operazioni di recupero per il 60,5% della quantità complessivamente avviata a gestione. Con riferimento poi alla dinamica del recupero, i dati a disposizione restituiscono un’immagine dell’industria a&b italiana che incrementa la percentuale di rifiuti avviati a recupero nel biennio 2009-2010, con una variazione del +5,8% in un solo anno, a fronte del +1,3% registrato per l’intero comparto manifatturiero nello stesso periodo. Approfondendo i dati dal punto di vista settoriale, emerge la progressione green della lavorazione della carne, una singola attività che produce circa un sesto di tutta la quantità di rifiuti dichiarata dal settore: nel 2009 destinava a recupero 7 t su 10 avviate a gestione, salite nel 2010 a quota 7,9 t (+12,5%).

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