Vino, il mercato domestico è troppo ‘trascurato’

Vino, il mercato domestico è troppo ‘trascurato’

Non di solo export possono vivere le aziende vitivinicole italiane: è quanto emerso dal convegno “Il quadrato semiotico dei wine lovers: gli atteggiamenti di consumo del vino in Italia” che si è tenuto a Verona nell’ambito del Vinitaly, organizzato dalla cantina trevigiana Bosco Viticultori del Gruppo VI.V.O. Cantine. L’analisi condotta dall’istituto di ricerche di mercato Squadrati di Milano, che rileva l’esistenza di 4 target, serve a capire meglio il comportamento dei consumatori italiani di vino e getta le basi per rilanciare un mercato dal buon potenziale ma che oggi si trova in difficoltà.

La ricerca rileva che ci sono i radical, per i quali il vino è il risultato del lavoro del vignaiolo e quindi il frutto di un processo produttivo etico e naturale; gli enosnob per i quali il vino lo crea l’enologo e ricercano garanzia di qualità e raffinatezza del gusto; i pane al pane  per i quali il vino è presenza quotidiana, da consumare con semplicità rifuggendo le pose e i socialite per i quali il vino è un catalizzatore di convivialità e di gratificazione sociale. Ad atteggiamenti, valori e motivazioni così diversi devono corrispondere proposte adeguate ed altrettanto articolate.

“Lo scenario rappresentato dal quadrato semiotico dei wine lovers è frutto di una segmentazione qualitativa che riconduce le diverse dichiarazioni di consumo sul web a quattro aree di valore, ognuna pensata per descrivere un tipo di consumatore” – chiarisce Diletta Sereni, ricercatrice di Squadrati – “È un modo per orientarsi nel mercato del vino e soprattutto per comprendere il proprio posizionamento (delle aziende) rispetto ai diversi target. A partire da questo si può riflettere sulle strategie migliori per intercettare i diversi tipi di consumatore: con che tono di voce rivolgersi a loro, su quali argomenti puntare, attraverso quali canali… insomma come creare un racconto di marca credibile”.

Prima ancora delle singole aziende è il sistema vitivinicolo italiano nel suo complesso che deve agire per recuperare appeal nei confronti dei consumatori italiani.

“Nel corso degli ultimi 3 anni si è assistito a una presa di coscienza da parte del mondo del vino italiano sul fatto che il mercato nazionale è stato eccessivamente trascurato. Gli investimenti in risorse finanziarie ed umane della maggior parte delle aziende però sono troppo sbilanciati verso i mercati esteri, dimenticando forse che l’Italia rappresenta ancora il 50% dei consumi”. Sottolinea Lorenzo Biscontin, direttore generale di Bosco Viticultori, che ha ideato l’iniziativa.

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, intervenendo al convegno in veste di conoscitore della filiera e dei comportamenti di consumo in tutto il mondo,  ha ammesso di “essere molto colpito da questa sorta di trasmigrazione fra i diversi tipi di consumatori all’interno degli assi: il quadrato semiotico è quindi un utile strumento di marketing per capire come muoversi e posizionarsi tra i differenti mercati del vino”.

Il convegno non è stato il punto di arrivo, bensì quello di partenza di un’iniziativa che proseguirà anche nei prossimi giorni chiedendo ai consumatori di indicare le loro associazioni tra le tipologie di wine lovers ed i vini italiani, per comporre così un quadro completo della domanda e dell’offerta. Per partecipare a questa seconda fase della ricerca, indicando le proprie associazioni tra le tipologie di consumatori e i vini, è sufficiente andare sui profili social di Bosco Viticultori.

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