Granterre-Parmareggio, fatturato consolidato in crescita

Bene i volumi, i fatturati e l'utile netto soprattutto grazie alle performance del marchio Parmareggio
Granterre-Parmareggio, fatturato consolidato in crescita

ll Consorzio Granterre, leader nel mercato del parmigiano reggiano con la controllata Parmareggio, chiude un 2013 decisamente positivo: il fatturato consolidato è in crescita e si attesta a 276 milioni di euro e l’utile netto consolidato sale a 6 milioni di euro, di cui un terzo distribuito ai soci come ristorno e dividendi. Un bilancio che, grazie ai risultati conseguiti, consente di definire il 2013 un anno di ulteriore rafforzamento: crescono i volumi, i fatturati e l’utile netto. E questa crescita, che prosegue da diversi anni nonostante un contesto tutt’altro che facile, permette di riconoscere ai soci circa 2 milioni di euro di dividendi e di ristorno sui conferimenti, aggiuntivi rispetto ai valori di mercato già liquidati in corso d’anno. In occasione dell’assemblea è stato poi approvato il rinnovo della governance del gruppo, in una logica di ulteriore consolidamento: Ivano Chezzi sarà il nuovo presidente di Granterre e di Parmareggio, e verrà affiancato da Adolfo Maurizio Filippini, nel ruolo di vicepresidente Granterre, e da Ivan Chiari, quale vicepresidente Parmareggio. Confermato nel ruolo di amministratore delegato delle due società Giuliano Carletti. Per quanto riguarda le performance più significative dell’esercizio 2013 va segnalato il fatturato consolidato in crescita di oltre 8 milioni sul 2012, nonostante la riduzione dei prezzi medi di vendita ed il progressivo abbandono della vendita di formaggio in forme intere. Crescono del 6,8% a volume i formaggi confezionati, che segnano un fatturato di circa 178 milioni di euro; ottimi risultati anche per il burro, il cui fatturato si attesta a circa 40 milioni di euro, con una crescita sul 2012 del 29%, pari a 9 milioni di euro. La strategia commerciale si è ancora una volta focalizzata sul prodotto confezionato a marchio Parmareggio, in particolare sullo sviluppo del Parmareggio 30 mesi, del Parmareggio Snack, dei nuovi prodotti a base di Parmigiano Reggiano (i Formaggini Parmareggio, le Fettine Parmareggio, lo Spalmabile Parmareggio, il Filoncino Parmareggio) e del Burro Parmareggio. Il fatturato dei prodotti a marchio Parmareggio ha raggiunto i 116 milioni di euro; la crescita a valore rispetto all’anno precedente è stata di oltre 16 milioni di euro, pari a un +16,7%, e a volume addirittura del 30,5% grazie anche al raddoppio del fatturato del Burro Parmareggio. Andamenti che acquistano ancora maggior valore se si considera che vengono dopo anni di costante crescita a doppia cifra: negli ultimi quattro anni, infatti, il fatturato del marchio Parmareggio è raddoppiato. Da sottolineare che, tra le 100 principali aziende di marca operanti nel largo consumo confezionato, Parmareggio è stata quella che ha registrato nel 2013 la crescita percentuale più elevata (fonte ACNielsenTrade*Mis AT29dic2013). Tali risultati sono stati raggiunti grazie ai forti investimenti in marketing: circa 5,6 milioni di euro destinati in particolare alla comunicazione televisiva e alla raccolta punti ‘Regali da Intenditori’. Il fatturato export, realizzato in circa 47 Paesi, si è attestato a circa 40 milioni di euro, di cui la metà a marchio Parmareggio (+12,5%), portando la propria incidenza sul fatturato complessivo al 14,4%. La crescita dei volumi venduti e l’aumento del conferimento dei caseifici soci, ritornati alle normali condizioni di operatività dopo i noti eventi sismici del 2012, hanno generato un aumento del formaggio in stagionatura e, di conseguenza, dell’indebitamento finanziario netto a 106 milioni di euro, rispetto ai 95 milioni di fine 2012. Prosegue la crescita del patrimonio netto del gruppo, che passa da 80 a circa 83 milioni di euro. Da sottolineare, in un anno caratterizzato da grandi tensioni sull’occupazione, la stabilità degli organici, che ammontano a circa 300 unità. L’utile netto consolidato è cresciuto di circa 500mila euro raggiungendo i 6 milioni di euro, dopo aver spesato imposte per circa 2,7 milioni di euro.

 

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