Bagarre in rete per il ‘granosaraceno’

In una proposta del Movimento 5 stelle, un refuso riporta 'grano saraceno' invece di 'grano straniero'
Bagarre in rete per il ‘granosaraceno’

Tutta colpa del copia e incolla. Così si sono difesi i deputati del movimento 5 stelle per spiegare come mai, in una loro proposta di legge contro la contraffazione agroalimentare, hanno scritto: “La pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno”. Gli interessati si sono giustificati dicendo che si tratta semplicemente di un refuso: volevano scrivere ‘straniero’. Ma non solo: come ammesso dal primo firmatario Filippo Gallinella, i deputati hanno copiato da un vecchio testo già depositato da altri. L’espressione compare infatti nellaRelazione sulla contraffazione nell’agroalimentarepresentata nel 2011 dagli onorevoli Giovanni Fava (Lega Nord) e Luca Sani (Pd). Peccato che il grano saraceno è da secoli ampiamente coltivato in Italia, dove si usa per produrre specialità come la polenta taragna o i pizzoccheri della Valtellina. I deputati hanno anche affermato di aver segnalato il refuso agli uffici della Camera ormai un mese fa ma niente da fare: il ‘granosaraceno non rovina il made in Italy’ è ormai un mantra sul web.

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