È l’ora del digital shopping

Linkontro Nielsen, rimette al centro la partnership tra industria e distribuzione. Per rispondere ai nuovi consumatori, sempre più connessi
È l’ora del digital shopping

Nessuno ancora si azzarda a prevedere quando finirà la crisi. Su un fatto, invece, tutti concordano: il consumatore ne uscirà profondamente trasformato e le aziende dovrenno adeguarsi. Occorre quindi trovare nuove modalità di coinvolgimento, sfruttando in particolare le potenzialità del digitale, a partire dai social network. Di questo si è parlato nella 30a edizione de Linkontro Nielsen, svoltosi dal 22 al 25 maggio scorsi. Nel corso della tavola rotonda ‘Riconquistare il consumatore: nuove modalità di ingaggio’, moderata da Maria Cristina Alfieri, direttore di Food, si è dato spazio ad alcuni esempi emblematici di consumi 2.0. La pagina Facebook ‘Ridateci il Winner Taco’, per esempio, con la forza dei suoi 10mila iscritti è riuscita a convincere la multinazionale Unilever a rimettere in produzione il gelato-snack, che era stato dereferenziato. “Ormai le aziende non possono più sottrarsi al dialogo sui social network – commenta Angelo Trocchia, amministratore delegato di Unilever Italia –. Ha inizio un lungo percorso che ribalta il tradizionale paradigma: è l’impresa che impara ad andare incontro al proprio consumatore, ascoltandolo e anticipandone le esigenze”. “Il cambiamento dei consumi – fa eco Lorenzo Montagna, country manager di Yahoo Italia – è dovuto a ragioni sociali ed economiche, ma anche alla trasformazione delle tecnologie. Oggi il cosiddetto ‘superconsumatore’ è costantemente connesso, tramite gli smartphone. Il nostro compito è aiutare industria e gdo a gestire i dati in maniera efficiente per creare una relazione forte con gli internauti e tradurla in vendite. Fino a qualche anno fa, pochi avrebbero scommesso sulla vendita di abbigliamento online, oggi Yoox è una realtà. Adesso è il turno del largo consumo: le grandi aziende americane, come Amazon, si stanno attrezzando. Il rischio è lasciare ad altri player spazi redditizi che potrebbero essere presidiati da retailer italiani”. Non è intenzionata a perdere terreno Coop Italia, che con il suo progetto Origini trasparenti consente ai consumatori di ricostruire online la filiera dei prodotti che acquista. “Chi ha contatti con milioni di consumatori ha la responsabilità di riflettere sul ruolo delle tecnologie – assicura Marco Pedroni, presidente di Coop Italia –. Per noi è importante entrare in relazione con quel 10% di ‘superconsumatori’ che hanno un effetto traino sulle vendite, ma poi abbiamo il dovere di occuparci anche del restante 90%, che dal 2008 a oggi ha ridotto i suoi acquisti di 4 miliardi di euro e sembra propenso a un ulteriore downgrading qualitativo dei prodotti alimentari che compra”.

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